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Risolto il mistero dei dischetti di plastica trovati in spiaggia: ecco cosa sono

Di dischetti ne sono stati raccolti a migliaia e le segnalazioni arrivano da nord a sud: da Orbetello, nella Maremma Toscana, a Salerno, Campania, passando per le località del litorale laziale, da Fiumicino a Fregene, da Anzio a Sabaudia e Gaeta.
A cura di Enrico Tata
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Foto Clean Sea Life
Foto Clean Sea Life

Non si tratta di cialde di caffè, filtri di rubinetti o asciugacapelli. I misteriosi dischetti di plastica ritrovati sulle spiagge del Tirreno fanno quasi sicuramente parte di impianti di depurazione delle acque. Ne sono stati raccolti a migliaia e le segnalazioni arrivano da nord a sud: da Orbetello, nella Maremma Toscana, a Salerno, Campania, passando per le località del litorale laziale, da Fiumicino a Fregene, da Anzio a Sabaudia e Gaeta. Clean Sea Life, l'organizzazione che sta monitorando la situazione in coordinamento con le autorità, spiega che questi dischetti sono in pratica i supporti dove crescono i batteri che purificano l’acqua assorbendo i nutrienti. Ce ne sono di molti modelli, prodotti da diverse aziende. Sulle spiagge ne sono stati ritrovati centinaia di migliaia, forse anche milioni. L'ipotesi più plausibile, spiegano gli esperti, è quella di un incidente occorso a un depuratore delle acque durante le forti piogge delle ultime settimane. Un episodio simile, infatti, è accaduto negli Stati Uniti alcuni anni fa, dove un incidente provocò la dispersione in mare di milioni di dischetti di plastica. Un'altra ipotesi presa in considerazione è la caduta in mare di un container carico di dischi.

Secondo Clean Sea Life l'incidente sarebbe accaduto oltre un mese fa, infatti le prime segnalazioni risalgono al 21 febbraio e provengono dalle spiagge del golfo di Napoli. È in quelle zone che bisogna indagare. L'invito rivolto ai cittadini è quello di raccogliere i dischetti: "Se non ci attiviamo ora, continueranno a impestare il nostro mare per sempre, frammentandosi via via in pezzettini sempre più piccoli ma senza mai sparire del tutto. E già che ci siamo, raccogliamo anche un po’ dell’altra plastica che il mare ci sta rispedendo al mittente con queste burrasche… Ieri, di ritorno dal congresso mondiale sui rifiuti marini, siamo andati direttamente in spiaggia e nel giro di un’ora abbiamo raccolto 800 dischetti. Altrettanti sono rimasti lì: ce ne sono un’infinità. E’ il momento di darci da fare: rimbocchiamoci le maniche, indossiamo i guanti e cominciamo a raccogliere. E già che ci siamo, raccogliamo anche un po’ della tanta plastica che è finita in mare e che le onde ci stanno riportando a terra. Mandateci foto di quel che raccogliete, ricordatevi che per chi ne raccoglie di più c’è in palio una maglietta e una borraccia del progetto".  Clean Sea Life, si legge sul sito dell'organizzazione, è un progetto europeo del Parco Nazionale dell’Asinara con CoNISMa, Fondazione Cetacea, Legambiente, MedSharks e MPNetwork, supportato dal programma LIFE della Commissione Europea.

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