Riciclo e innovazione, così le cravatte di Talarico diventano green
Riutilizzare anche gli scarti della lavorazione, in modo da ridurre la quantità di rifiuti e, al tempo stesso, introdurre riciclo e innovazione anche nel settore moda. Nasce con questo proposito l'idea dell'imprenditore Tiziano Talarico, che ha deciso di dare un'impronta green alle sue cravatte famose in tutto il mondo: lo sfrido, composto dai materiali pregiati usati per la produzione e finora gettato, verrà usato per creare accessori di abbigliamento da regalare ai clienti. Nella stessa ottica, sono stati avviati due progetti: il primo per una cravatta "antimacchia", il secondo per la "rottamazione", il cui ricavato verrà usato per piantare alberi nelle aree metropolitane di Roma.
Cravatte resistenti alle macchie per ridurre i rifiuti
"Entrando nel laboratorio – spiega Talarico in un'intervista all'Adnkronos – ho visto un'enorme quantità di sfrido di tessuti derivanti dalla produzione delle cravatte e ho constatato, così, che tutto quel materiale, se pur con i dovuti accorgimenti, produce rifiuti. Da qui è nata l'idea di trasformare lo sfrido in oggetti utili: pochette, porta occhiali o altri accessori da omaggiare a tutti i nostri clienti che acquistino una cravatta". L'azienda, nell'ottica della riduzione dei rifiuti, come primo progetto ha testato presso l'Istituto Tessile di Como una tipologia di finissaggio che renderebbe le cravatte antimacchia, in modo da ridurre la quantità di rifiuti; il procedimento ha dato buoni risultati e verrà utilizzato per le cravatte immesse sul mercato dal 2020.
Cravatte rottamate per creare aree verdi
Il secondo progetto è quello della "rottamazione delle cravatte". Quelle vecchie, usurate o semplicemente non utilizzate, magari per un regalo non gradito, verranno ritirate e al cliente verrà consegnato un buono d'acquisto di 30 euro. Verranno consegnate ad un consorzio che pagherà una somma per ogni singola cravatta; i soldi ricavati da questo progetto, che coinvolge anche le associazioni ambientaliste, verranno usati per piantare alberi; "Proporremo al Comune di Roma – continua Talarico – di individuare delle zone per il ripopolamento di alberi iniziando dalle periferie". Verranno coinvolti anche i bambini delle scuole elementari e medie che – conclude l'imprenditore – pianteranno con le loro mani gli alberi ed apporranno su di essi, una targhetta, con il nome di ognuno; sarà cosi, che ogni albero, avrà il suo nome".