Ricattavano sei giocatori: nei guai un dirigente e l’ex allenatore del Gaeta

Estorcevano denaro ai calciatori, che dietro ricatto erano costretti a pagare per ottenere lo svincolo, ossia la possibilità di giocare (e guadagnare) con altre squadre. Mercoledì 20 settembre, nel primo pomeriggio, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Formia hanno arrestato e messo ai domiciliari F. M., 48 anni, ex tecnico, nel doppio ruolo di allenatore e socio di maggioranza della Polisportiva Gaeta, che milita nel campionato di Promozione del Lazio, e V. B., 35 anni, figlia del presidente della società calcistica impegnata nel secondo livello regionale del campionato italiano e consigliere della stessa società, entrambi per estorsione. Inoltre la donna è stata accusata di calunnia per aver falsamente denunciato e smarrito degli assegni che in realtà lei stessa doveva consegnare ai calciatori, per impedire loro di ottenere i rimborsi spesi previsti nei loro contratti.
Ricattano i calciatori: l'operazione "dribbling"
Secondo le indagini svolte dai carabinieri, i due indagati hanno agito sempre d'accordo, secondo una strategia collaudata e pianificata che ha dimostrato la loro particolare spregiudicatezza. Sono sei gli episodi di estorsione denunciati, tra il 2015 ed il 2017: i calciatori erano costretti a pagare una somma variabile dai 2mila ai 3mila euro. Se non avessero accettato quanto stabilito dalla società, sarebbero rimasti vincolati a essa fino alla fine della stagione sportiva, senza la possibilità di giocare e percepire il rimborso spese previsto.