Riapertura Ex Forlanini, la direzione dell’ospedale: “Non è soluzione a emergenza coronavirus”
Da giorni al centro della polemica politica è finito l'ex ospedale Forlanini di Roma, di cui da più parti si chiede la riapertura (a cominciare dalla sindaca Virginia Raggi) per affrontare l'emergenza coronavirus. Il futuro della struttura, ormai abbandonata da anni, è oggetto di un dibattito che coinvolge i tagli al sistema sanitario e la vocazione pubblica di un luogo così importante, ma che non può essere travisato: l'emergenza determinata dall'aumento dei contagi del coronavirus necessita di risposte immediate e veloci, che non possono passare per il recupero di una struttura ospedaliere fatiscente e non attrezzata. In una lettera aperta il Collegio di Direzione dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini ribadisce che servono investimenti utili ad affrontare l'emergenza e strutturali per quando questa sarà passata.
"Forlanini ed emergenza coronavirus: non è il tempo della nostalgia"
Leggiamo in questi giorni di iniziative, mozioni e petizioni aventi ad oggetto la “riapertura dell’ex Ospedale Forlanini” quale risposta all’emergenza Covid. Il lungo percorso di dismissione del Forlanini fu iniziato 12 anni fa e si concluse 5 anni or sono con il trasferimento all’Ospedale San Camillo delle ultime residuali attività assistenziali. Già all’epoca il nosocomio non rispondeva più ai requisiti strutturali ed organizzativi necessari a garantire l’erogazione di prestazioni ad alta complessità assistenziale quali quelle che si era chiamati a garantire in ragione del ruolo dell’azienda nell’ambito della struttura dell’offerta del SSR. Chi oggi – quasi non curante del grave momento che l’intero Paese sta vivendo sotto il profilo sociale, economico e soprattutto sanitario – chiede la riapertura del Forlanini lo fa non conoscendo sia lo stato attuale del Presidio, ne i principi sui quali oggi si basano i progetti di realizzazione di moderni e funzionali plessi ospedalieri.
Chi chiede oggi la riapertura “dell’ex Forlanini” asseconda la pancia delle persone, giustamente preoccupate della straordinaria e difficile situazione sanitaria, ma non offre nessuna soluzione vicina alla realtà. Riteniamo oggi per il bene del nostro Paese – ed in particolare dei cittadini della nostra Regione – dannoso e strumentale dare spazio ad un bisogno nostalgico quale esso è “la riapertura del Forlanini” evocando il ritorno di qualcosa che realmente non esiste. La battaglia che l’intero sistema sanitario sta combattendo contro la diffusione del virus si consuma giorno per giorno, ora dopo ora. In questo scenario difficile che vede noi professionisti – ognuno per la propria funzione schierata in una lotta collettiva – ci chiediamo come sia possibile anche solo ipotizzare di poter destinare risorse umane ed economiche per “riaprire una struttura” obsoleta con nessuna potenzialità funzionale attuale e prospettica. Siamo invece consapevoli del grande sforzo che la Regione Lazio sta compiendo in queste ore critiche, mettendo in campo una macchina organizzativa in grado di fronteggiare la diffusione del Covid per la tutela della salute dei nostri cittadini. In questa ottica chiediamo di ampliare “l’investimento di responsabilità” nei confronti del nostro Ospedale.
Una struttura già nell’ordinario capace di risponde a quanto richiesto nell’ambito delle iniziative regionali di gestione emergenziale Covit, e – a fronte di investimenti finalizzati – immediatamente pronta ad ampliare e rafforzare il proprio contributo. Riteniamo non sia il momento “della nostalgia”. Se altri sforzi e investimenti andranno fatti essi devono essere destinati al nostro Ospedale che superata l’emergenza Covit saprà nel tempo valorizzare gli stessi nell’ordinaria assistenza ai nostri pazienti.
Francesco Musumeci
Pier Luigi Marini
Giuseppe Maria Ettorre
Maria Giovanna Salerno
Gianluca Bellocchi
Paola Grammatico
Vittorio Donato
Lucia Grillo
Roberto Faggiani
Roberto Cianni
Angelo Longo
Lucia Mitello
Cinzia Monaco
Marcello Valensise
Paolo D’Aprile
Miriam Piccini
Francesca Puglia