Rapita e violentata da quatto uomini. Il racconto: “Mi riprendevano, lo avevano già fatto ad altre”
È un racconto che mette i brividi quello della 44enne sequestrata e violentata da quattro uomini a bordo di una Panda alla stazione della metropolitana di Rebibbia. Sono cittadini presumibilmente di nazionalità bengalese, da tempo residenti in Italia secondo quanto ricostruito finora. Si offrono di portarla a casa poi, di fronte al suo rifiuto, la spingono nell'auto e sotto un cavalcavia dell'autostrada del Sole la violentano, tenendola sotto la minaccia di un coltello.
Oggi la 44enne vittima di una notte di violenza racconta cosa ha vissuto dalle colonne del quotidiano il Messaggero: "Quella bestia mi mordeva le labbra, il volto, le braccia, dietro le spalle, sulle gambe, sembrava un leone famelico, puzzava di birra, io vomitavo ma a lui non importava. Bestemmiava, mi diceva: ‘Vomita pure, tanto t'ammazzo'". Mentre quello che indica come il capo abusava di lei, gli altri due la tenevano ferma facendo luce con un telefono, per riprendere la scena. "Mi sono lavata e rilavata, sterilizzata ma quello schifo proprio non se ne va", racconta.
Incontra i suoi aguzzini mentre torna a casa dal suo lavoro di comparsa in un film, all'inizio non ha paura, gli sembrano tre innocui ubriachi, ma la situazione precipita in pochi minuti quando di fronte al suo rifiuto di salire in macchina spontaneamente la trascinano dentro: "Non avevo mai avuto problemi, nessuno mi aveva mai toccato. Ho girato il mondo, anche da sola, in Africa, in America, in Olanda, so farmi rispettare dagli uomini ma questi erano belve".
Secondo il racconto della donna non sarebbe la prima vittima della violenza del branco. Il capo del gruppo, per convincerla a non opporre resistenza, per indurla a sottomettersi, gli ha mostrato altri video di donne picchiate e violentate: "Si vedeva la sua faccia, poi le donne, straniere, che urlavano e imploravano pietà. Allora ho chiuso gli occhi, volevo solo che finisse tutto presto".