Ragazzo vittima di bullismo, preside a processo: “Sapeva ma non intervenne”
Vessato ed emarginato. Preso in giro e schernito per il suo presunto orientamento sessuale. Vittima del caso di bullismo un ragazzino di 15 anni preso di mira da un gruppo di compagni di classe del Liceo Vittorio Gassman in via Pietro Maffi a Roma. Un calvario durato per quasi tutto l'anno scolastico, fino a che la vicenda non è venuta alla luce nella primavera del 2014. I bulli avevano creato una chat su Whatsapp per schernire il compagno, una conversazione di gruppo dal nome quanto mai esplicito: "We hate Marco", noi odiamo Marco, div dil nome è ovviamente di fantasia trattandosi di un minore. Otto gli studenti coinvolti e su cui un fascicolo con l'accusa di stalking è stato depositato al Tribunale dei Minori.
A finire nei guai l'ex preside dell'istituto che, secondo quanto sostenuto dall'accusa, sapeva degli episodi di bullismo ma non intervenne. Per questo ora la donna andrà a processo con l'accusa di omessa denuncia. La preside, ascoltata lo scorso febbraio dal sostituto procuratore Vittoria Bonfanti, dovrà rispondere in aula di quella che il giudice ha valutato come una grave mancanza. Rigetta le accuse la dirigente scolastiche che, difesa dal legale Armando Fergola, sostiene di essere venuta a conoscenza dei fatti contestualmente ai genitori del ragazzo che avevano nel frattempo comunicato l'intenzione di sporgere denuncia, ragion per cui un suo intervento in sede legale sarebbe stato superfluo.