Ragazzo muore per mononucleosi in ospedale, indagato medico che aveva curato l’ebola

Jacopo, 26 anni, entrò in ospedale il 24 agosto del 2014. Entrò in come due giorni dopo perché non riusciva più a respirare e morì il 5 settembre dopo nove giorni trascorsi nel reparto Rianimazione dell’Ospedale Spallanzani di Roma. Per la sua morte sono stati indagati dalla procura due medici che, secondo i pm, avrebbero potuto evitare la morte del ragazzo eseguendo una tracheotomia. Uno dei due infettivologi indagati, scrive il Corriere della Sera, è un medico che si impegnò per sconfiggere l’ebola contratta dal medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti, l'unico italiano infettato dal virus mentre prestava servizio volontario in un Centro medico in Sierra Leone e curato proprio allo Spallanzani di Roma.
Dalla perizia del consulente delle procura risulta che nella cartella clinica c’è un vuoto di ventiquattro ore, un buco temporale proprio prima che il ragazzo entrasse in coma. Nessuna visita, nessun monitoraggio delle sue condizioni respiratorie. “La mancata attuazione di un approccio assistenziale adeguato – è la conclusione del medico legale – ha probabilmente impedito di intervenire tempestivamente al momento della crisi respiratoria”.