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Quindicenne deriso dai compagni: “Sei gay”. Quattro docenti sotto indagine

Il preside e tre insegnanti dell’istituto “Vittorio Gassman” di Primavalle, a Roma, potrebbero finire nel registro degli indagati della Procura per omissione di atti d’ufficio: avrebbero minimizzato episodi di bullismo a sfondo omofobo di alcuni studenti ai danni di un 15enne, che era arrivato a pensare al suicidio.
A cura di Francesco Loiacono
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Il preside e tre insegnanti dell'istituto "Vittorio Gassman" di Primavalle, a Roma, potrebbero presto essere iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma. Lo spiega il Corriere, secondo cui i quattro rischierebbero un'incriminazione con l’accusa di omissioni di atti d’ufficio per una storia di bullismo a sfondo omofobo ai danni di uno studente dell'istituto. Il ragazzo, 15 anni, dal dicembre del 2013 sarebbe stato deriso ed emarginato da alcuni suoi compagni di classe, sulla base di una sua presunta inclinazione omosessuale. Le vessazioni psicologiche, culminate nella creazioni di una chat su Whatsapp dal titolo "We hate Luca" – nome di fantasia, ndr – avrebbero portato il ragazzo a meditare persino il suicidio.

Per i quattro docenti andava tutto bene

Dopo che il 15enne aveva confessato le sue intenzioni alla madre, quest'ultima si era rivolta prima al liceo dell'istituto, che però, con gli altri tre docenti (di lettere, psicologia e italiano) avevano deciso di archiviare il procedimento per bullismo nei confronti degli otto compagni di classe colpevoli di insultare costantemente Luca. Da qui, la decisione della madre del ragazzo di rivolgersi a un avvocato, Fabrizio COnsiglio, per denunciare tutto in procura. Adesso, dopo quattro mesi di indagine, il pubblico ministero Vittoria Bonfanti ha già iscritto nel registro degli indagati per atti persecutori gli otto alunni, tra cui una ragazza, trasmettendo gli atti che li riguardano alla Procura dei minorenni. Presto, però, potrebbero finire ufficialmente indagati anche il preside e i tre insegnanti che sottovalutarono il comportamento di alcuni loro alunni: una di loro, in particolare, quando un amico di Luca le mostrò la chat incriminata lo accusò di aver violato la privacy dei membri del gruppo, ridimensionando la vicenda davanti al resto della classe.

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