Quartiere a luci rosse, Marino: “Dobbiamo dare risposte, non scrivere editoriali”
“Io credo che l'amministrazione della città debba dare risposte. Non può rimanere in silenzio e non può chiudersi nella semplice scrittura di intellettuali che scrivono editoriale”. Ignazio Marino risponde così alle polemiche sollevate dalla decisione di creare una zona di tolleranza per la prostituzione in alcune vie dell'Eur. E sul “no” arrivato ieri dal prefetto di Roma, Giovanni Pecoraro, che ha definito “illegale” la creazione di un quartiere a luci rosse, il sindaco di Roma risponde: “Non ho commenti da fare perché non sono un esegeta delle parole altrui, ho fatti da porre all'attenzione della città e delle forze politiche che giustamente si stanno interrogando”. Proprio per oggi, tra l'altro, è previsto un vertice del Partito democratico romano alla sede nazionale del Nazareno per discutere della questione.
“Mi sono interrogato insieme anche ad altri attori importanti della città laici e religiosi su come risponderebbero, al di là della facilità con cui si possono scrivere editoriali, a questo problema, e se mi accompagnerebbero ad incontrare le nonne con i bambini nei parchi costrette a dover spiegare loro cosa ci fa là una persona alta 1.80 con seni improbabili e giarrettiere”, ha aggiunto Marino a margine della ricorrenza del Ricordo dei Martiri delle Foibe all'Altare della Patria. Compito dell'amministrazione è fornire risposte, non editoriali, è il pensiero di Marino, che però precisa: “Mi sono sempre espresso con parole di grande severità nei confronti di ogni fenomeno che porti alla tratta degli esseri umani e alla commercializzazione del corpo delle persone. Chi sfrutta il corpo delle donne, soprattutto quando sono minorenni, dovrebbe essere punito con una severità esemplare”.