Prostituzione, sei arresti a Frosinone: sfruttavano ragazze anche minorenni

Le ragazze, giovanissime, venivano fatte entrare in Italia con la promessa di un futuro matrimonio e invece poi erano costrette a incassare ogni giorno da 500 a 700 euro come prostitute tra insulti, minacce e percosse dei loro sfruttatori. La Polizia di Stato di Frosinone, nell’ambito di un’operazione denominata “Sex in the city”,  ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cittadini di nazionalità romena ritenuti responsabili del reato di sfruttamento della prostituzione. Gli indagati, secondo i pm, gestivano un imponente giro di affari sfruttando giovani donne, anche minorenni.

Ognuno, all'interno del gruppo criminale, aveva un compito predeterminato: c’era chi si occupava del controllo delle ragazze, chi del reclutamento, chi della logistica. Le donne venivano sfruttate, minacciate e percosse: una di loro che nei mesi scorsi era rimasta incinta e che aveva provato a evitare di prostituirsi, è stata costretta ad interrompere la gravidanza. Le ragazze erano controllate a vista dai loro protettori con vere e proprie ronde per accertare i tempi delle prestazioni e riscuotere in tempo reale gli incassi. Alcune avevano anche manifestato a conoscenti la propria volontà di voler uscire dal giro con l'aiuto della polizia ma erano spaventate dai loro aguzzini e aveano paura di possibili ritorsioni, perciò avevano desistito a denunciare i fatti. I sei arrestati, tutti romeni, hanno tra i venti e i trent’anni. Quattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nel capoluogo ciociaro, una in Romania e l’altra in Spagna, dove risiedevano i capi dell’organizzazione. Sono state sequestrate all'organizzazione, che operava a Frosinone e Cassino, anche tre auto di grossa cilindrata.