Roma, ecco il progetto per il quartiere a luci rosse all’Eur
“Stimiamo che il 50 per cento del territorio dell'Eur sia interessato dal fenomeno della prostituzione. Noi vogliamo ridurre drasticamente a due o tre aree, a ridosso dei centri abitati, ma lontane dalle abitazioni”. È questa l’idea del presidente del IX Municipio, Andrea Santoro. Si chiama “zoning”, zonizzazione, ed è un provvedimento che definirà le aree dove sarà possibile prostituirsi all’interno del municipio. Saranno isole di tolleranza, controllate e monitorate costantemente. Pene severissime invece per chi sarà sorpreso in una zona non prevista dal piano. Una misura che Santoro vuole mettere in atto nel 2015 per limitare un fenomeno che ormai coinvolge 23 strade in tutto il municipio, 18 solo all’Eur. Da via Pontina a Trigoria, da via Ardeatina a Santa Palomba, fino a Castel Romano e via Laurentina.
Prostituzione, il progetto di "zoning" del IX municipio
Il progetto si chiama #Michela, dal nome dalla prostituta romena miracolosamente sopravvissuta alle torture dei suoi aguzzini, che nel 2012 dopo averle dato fuoco la abbandonarono in un campo. Un intervento, lo zoning, che è già stato attuato in tre grandi citta: Venezia (Mestre), Amsterdam e Stoccolma. Ieri si è riunito il primo tavolo tecnico interistituzionale (presenti rappresentanti del Gabinetto del sindaco, della Prefettura di Roma, dei vigili urbani, dipartimenti delle Pari Opportunità e Politiche sociali e Asl) istituito qualche settimana fa proprio per coordinare il progetto. "Entro la fine dell'anno cerchiamo di presentare al sindaco la proposta elaborata. Le aree, pur gravitando nell'area urbana, dovranno comunque garantire il minor impatto sociale e la sicurezza", ha spiegato Santoro, che annuncia: "Vorrei che il 2015 fosse l'anno in cui riusciamo a liberare l'Eur dalla prostituzione. Potrebbe esserci un'ordinanza del presidente del municipio".
Aperture all’idea del minisindaco arrivano anche dalla prefettura della Capitale. Anche se il viceprefetto Giovanni Todini alla riunione ha sottolineato che una norma di legge che sostenga il progetto per ora non c’è. "Le istituzioni locali possono portare avanti legittimamente dei discorsi, ma devo fare appello al rispetto della legge, al principio di legalità: la Prefettura non approva né respinge progetti, applica la legge. Abbiamo la precisa volontà di collaborare con le istituzioni per la coesione sociale e prevenire i conflitti piuttosto che reprimere. Comunque ho raccomandato di costruire la proposta in modo che risponda bene al principio di legalità, cioè applicando le norme vigenti". Queste le parole del numero due della prefettura.