Prostituzione alla stazione Termini di Roma, il dramma di Marco: “Sono costretto, non trovo lavoro”
Nelle vie intorno alla stazione Termini, al centro di Roma, quando cala la sera le strade si riempiono. Non solo di giovani e turisti che vogliono fare una passeggiata per le strade della capitale, godendo della bellezza dei monumenti illuminati in maniera suggestiva. Ma anche di ragazzi di vent'anni che si prostituiscono per venti, trenta euro. Sono di tutte le nazionalità, e ognuno di loro ha una cosa in comune: non trova un lavoro che gli permette di guadagnare abbastanza da vivere dignitosamente. E così scelgono la via della prostituzione. Si tratta di giovanissimi che la sera si appostano nelle vie adiacenti la stazione Termini e aspettano che qualche cliente si avvicini per contrattare la prestazione. Un dramma umano, fatto di rassegnazione e sogni che si infrangono sui sampietrini di piazza dei Cinquecento.
A raccontare alcune di queste storie è Salvo Sottile nella trasmissione ‘Prima dell'alba'. Ed è qui che conosciamo anche Marco, un ragazzo di Avellino di 23 anni che ogni sabato sera prende il treno per Roma per prostituirsi alla stazione Termini. Al padre dice che va a trovare la fidanzata. Incontra circa tredici clienti a notte, poi all'alba riprende il treno per Avellino e torna a casa. "Non vorrei fare questo lavoro, ma devo coprire la spese – racconta – la mattina dopo mi sento sempre un uomo di merda".
"Molti sono uomini anziani. Mi faccio praticare solo sesso orale, io a loro non faccio mai nulla. Non sono mai andato a letto con nessuno. Sono attivo, non passivo". Il padre di Marco non sa nulla di quello che fa il figlio il sabato sera. "Ho cercato un lavoro, ma non si trova niente. Se lo trovo smetto. Ho fatto il corriere espresso tra i 16 e i 17 anni, poi basta. Sono arrivato al quarto anno di scuola alberghiera ma poi non ho mai lavorato".