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Omicidio Marco Vannini

Processo Vannini, oggi la sentenza della Cassazione. Mamma Marina: “Spero nella giustizia”

C’è grande attesa per la sentenza della Suprema Corte di Cassazione che oggi si esprimerà sulla condanna della famiglia Ciontoli per l’omicidio del ventenne di Cerveteri ucciso cinque da un colpo di pistola. I genitori di Marco non rilasciano dichiarazioni al riguardo. Mamma Marina: “Spero nella giustizia”.
A cura di Alessia Rabbai
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Marina e Valerio, i genitori di Marco, prima della sentenza della Suprema Corte di Cassazione
Marina e Valerio, i genitori di Marco, prima della sentenza della Suprema Corte di Cassazione
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"Prima nella giustizia ci credevo, ora ci spero. Confido che sia arrivato il momento di fare veramente chiarezza e giustizia per Marco e ridargli rispetto" sono le parole di Marina, la mamma di Marco Vannini, prima della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che oggi si esprimerà sulla condanna della famiglia Ciontoli. Giornate, quelle precedenti, come spiega Marina, trascorse in grande attesa. Accanto a lei c'è il marito Valerio, "la mia roccia, il mio sostegno nei momenti di angoscia. Siamo io e lui". I genitori di Marco si concedono alle domande dei giornalisti senza però rilasciare dichiarazioni sull'esito della sentenza. Per la morte del ventenne di Cerveteri ferito da un colpo di pistola la notte tra il 17 e il 18 maggio di cinque anni fa, è imputata la famiglia della fidanzata: Antonio Ciontoli, condannato in secondo grado a cinque anni di reclusione per omicidio colposo, mentre i restanti membri, Maria Pezzillo, Martina e Federico Ciontoli a tre anni. Assolta in primo e in secondo grado la fidanzata di Federico, Viola Giorgini.

Decine di persone in piazza dei Tribunali per sostenere Marina e Valerio

Sono decine le persone provenienti da Roma e da diverse parti d'Italia scese in strada e radunatesi in piazza dei Tribunali, nei pressi della Suprema Corte di Cassazione per sostenere Marina e Valerio con una "passeggiata per la giustizia". Hanno portato con sé striscioni e fasce, dove si legge "non in mio nome". Una frase fatta propria da tantissimi cittadini, che chiedono insieme ai genitori di Marco che venga fatta giustizia. "Non in mio nome" non solo per sottolineare la loro contrarietà alla richiesta presentata dalla difesa, sull'esclusione dell'aggravante della colpa cosciente, ma affinché venga ribaltato l'intero esito. La procura ha chiesto l'annullamento della sentenza e la riformulazione del reato, da omicidio colposo a volontario. Si attende la lettura del dispositivo nelle prossime ore.

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