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Processo ai Casamonica, un pentito in aula: “Minacciarono di sciogliermi nell’acido”

In corso a Roma il maxiprocesso ai Casamonica. La testimonianza di un collaboratore di giustizia in aula: “Minacciarono di squagliarmi nell’acido se non avessi raccontato ciò che sapevo”.
A cura di Enrico Tata
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Processo ai Casamonica
Processo ai Casamonica

Massimiliano Fazzari, collaboratore di giustizia in passato legato alla ‘ndrangheta, è stato chiamato a testimoniare al maxi processo alla famiglia Casamonica che vede imputati 44 membri del clan. Fazzari, chiamato a rispondere alle domande del pm Giovanni Musarò, ha raccontato come ha avuto i suoi primi contatti con la famiglia: "Il primo Casamonica che ho conosciuto è stato Massimiliano, che era sposato con una cara amica della mia ex compagna. In quel periodo mi servivano soldi perché una persona a me legata era scappata con della droga. Ho vissuto per un periodo nella casa di Massimiliano in vicolo di Porta Furba dove c'erano gli altri componenti della famiglia".

Un collaboratore di giustizia: "Minacciarono di sciogliermi nell'acido"

Mentre Massimiliano era in carcere aveva cominciato a girare voce che la moglie lo tradisse. Liliana Casamonica a quel punto, stando alla deposizione del collaboratore, andò da Fazzari e lo minacciò: "Mi chiese se sapevo qualcosa arrivando a minacciarmi di squagliarmi nell'acido se non avessi raccontato ciò che era a mia conoscenza sulla donna. Allora ho costretto la mia ex compagna a registrare un incontro con Debora perché avevamo paura di quello che ci potevano fare. La registrazione dell'incontro la consegnai a Liliana che aggredì Debora e la sequestrò portandola in un appartamento".

In corso il maxiprocesso ai Casamonica

A ottobre è cominciato a Roma il maxi processo al clan Casamonica. Oltre 40 sono gli imputati e le pesanti accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, usura e detenzione illegale di armi. Il processo è il frutto dell'indagine "Gramigna" coordinata dal procuratore Prestipino e dal pm Musarò.

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