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Poveri e lavoratori sottopagati in aumento nel Lazio: e il 75% vive nella capitale

Aumenta la povertà: rispetto allo scorso anno sono il 31,3% in più le persone a Roma che non riescono ad arrivare a fine mese. E non si tratta solo di disoccupati, ma anche di individui che lavorano e sono sottopagati dalle aziende, con salati inferiori ai 634 al mese. E il 75% dei poveri del Lazio vive proprio nella capitale.
A cura di Natascia Grbic
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Il 75% dei poveri del Lazio vive a Roma. Lo dice uno studio Uil in collaborazione con Eures che mostra uno spaccato della capitale non tra i più rassicuranti. In tutta la regione sono 660mila le persone che vivono in condizioni di povertà: 444mila risiedono proprio nella città di Roma, dove dal 2014 sono aumentate del 31,3%. Tra questi poveri non ci sono solo le persone che non hanno un lavoro o che l'hanno perso negli ultimi anni, ma anche chi ha un impiego e viene pagato con un salario inferiore a quello della soglie di povertà relativa pari a 634 euro. Questo si verifica soprattutto nel settore privato, dove spesso le paghe sono estremamente basse e non consentono condizioni di vita dignitose per le famiglie. Secondo i dati Inps i lavoratori ‘working poor‘ sono 250mila. Un numero alto, destinato ad aumentare con il prossimo aumento delle bollette della luce, dei pacchetti di telefonia mobile e delle assicurazioni auto.

"Questi dati impongono soluzioni immediate – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – Il nuovo governo deve mettere in agenda tra le priorità la lotta alla povertà e al lavoro povero, la diminuzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, il rinnovo dei contratti pubblici, le crisi industriali che purtroppo stanno devastando il Paese e la nostra regione. Basti pensare alle tante aziende chiuse o delocalizzate, alla situazione del Mezzogiorno dove le situazioni di indigenza sono ancora più diffuse e alle migliaia di lavoratori e lavoratrici licenziati o in cassa integrazione. Sono 2.600 inoltre, i cassintegrati in più rispetto all'anno precedente: a Roma, in particolare, si è registrata un'impennata del 23%. "Se consideriamo che ad aumentare è soprattutto la cassa straordinaria – conclude Civica – Significa che le crisi sono radicate e se non si agisce subito, il passo successivo sarà il licenziamento. Situazioni che vanno modificate prima che sia troppo tardi. Il punto 4 del programma finora diffuso dal nuovo Governo potrebbe rappresentare un primo inizio, ma occorre concretizzare le parole e avviare un confronto attivo con le parti sociali sin da subito".

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