Picchia il padre e lo lascia in una pozza di sangue: a gennaio aveva rotto le costole alla madre
Ancora un caso di violenza in famiglia: stavolta l'aguzzino è un giovane di trent'anni che da tempo terrorizzava il padre e la madre, vittime del suo temperamento irascibile dei suoi scatti d'ira. Non solo minacce e insulti ma anche botte e percosse, tali da ferire anche gravemente i genitori, entrambi di sessant'anni. Ultima vittima delle sue aggressioni il padre, un uomo di sessant'anni che nel pomeriggio di ieri è stato trovato riverso nel suo appartamento in una pozza di sangue. Il tremendo episodio è avvenuto ad Anzio: i poliziotti del locale commissariato sono giunti sul posto dopo la segnalazione della Sala operativa, che ha comunicato di un aggressione in centro. Una volta giunti presso l'abitazione gli agenti hanno chiamato il 118, che ha soccorso e stabilizzato l'uomo, portato d'urgenza all'ospedale di Anzio. Con le ultime forze che gli erano rimaste prima di svenire, i poliziotti hanno capito che a pestare in quel modo l'uomo era stato il figlio.
Il giovane aveva lasciato la casa in uno stato pietoso. Davanti agli occhi degli agenti, i segni della mattanza appena compiuta, con schizzi di sangue ovunque. Le indagini sono partite immediatamente e il trentenne è stato trovato poco dopo a casa della madre: si era rifugiato lì pensando che forse la polizia non sarebbe mai arrivata ad arrestarlo e che ancora una volta l'avrebbe fatta franca. Quello avvenuto ieri, infatti, non era il primo episodio di violenza all'interno della famiglia: da tempo il ragazzo terrorizzava i genitori pretendendo soldi, e qualora le sue richieste non fossero soddisfatte li picchiava con violenza. A gennaio aveva rotto due costole alla madre durante la lite. I genitori non avevano mai denunciato il figlio: cercavano di tutelarlo nonostante i pestaggi e le minacce continue. Stavolta il ragazzo è stato arrestato e portato nel carcere di Latina. Il padre è stato medicato in ospedale: gli ci vorranno quaranta giorni per guarire completamente.