Piazza Navona, l’appello dei “presepari”: “Così muore una tradizione centenaria”
Con l'annullamento del tradizionale mercatino della Befana a piazza Navona, per irregolarità sul bando di gara, anche gli storici "presepiari" sono rimasti senza banchetto dove esporre le loro creazioni. "Non lasciamo morire una tradizione centenaria di Roma", dicono a pochi giorni dall'Epifania. A loro favore si è schierata addirittura la Lega Nord: "È giusto voler controllare la regolarità delle assegnazioni, ma in nome della trasparenza non si può snaturare la tradizionale Befana di Piazza Navona e soprattutto non possono essere i commercianti e gli ambulanti onesti a rimetterci", sono le parole del senatore della Lega Nord e Vice Presidente di Noi con Salvini, Raffaele Volpi.
"Il bando è stato presentato in ritardo da parte dell'amministrazione comunale, ma siamo comunque riusciti a partecipare e a rispettare i criteri richiesti anche se con grandi difficoltà, perché erano quasi impossibili. Tuttavia, quando siamo andati a ritirare i permessi ci hanno rimandato tutti a casa perché Tronca aveva annullato il bando per irregolarità. Poi abbiamo saputo dell'intervento della presidente Alfonsi e del nuovo bando esclusivo per le onlus e le cooperative sociali", spiega all'AdnKronos Paolo Padovani, presidente dell'associazione Fiera di Piazza Navona storico ‘preseparo'. "Si mandano a casa gli artigiani che da 100 anni sono presenti a piazza Navona. La mia famiglia di costruttori di presepi è qui da 89 anni. A mio parere c'è un disegno politico dietro tutti ciò: voglio capire perché noi artigiani non possiamo più lavorare a piazza Navona e vorrei soprattutto sensibilizzare l'opinione pubblica romana che sta perdendo una tradizione importante per la città", conclude Padovani.