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Pensionato suicida, il direttore della filiale Banca Etruria: “Forse non fummo corretti”

Proseguono le indagini sul suicidio di Lugino D’Angelo, il pensionato 68enne di Civitavecchia che si è impiccato dopo aver perso 100mila euro in obbligazioni sottoscritte con la Banca Etruria a causa del decreto Salva-banche. Il direttore della filiale avrebbe ammesso dubbi sulla correttezza dell’operato dell’istituto, che non avrebbe informato sui rischi dell’investimento. Le ipotesi di reato potrebbero diventare truffa e ostacolo all’attività di vigilanza.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo il suicidio di Luigino D'Angelo, pensionato di Civitavecchia che si è impiccato a 68 anni dopo aver perso 100mila euro per effetto del decreto Salva-banche del governo, proseguono gli accertamenti degli inquirenti nell'ambito dell'indagine per "istigazione al suicidio" aperta dalla procura di Civitavecchia. Il fascicolo, secondo quanto riporta il Corriere della sera, potrebbe arricchirsi con altre ipotesi di reato: truffa e ostacolo alla vigilanza. Questo anche grazie a quanto riferito dalle quattro persone ascoltate tra venerdì e sabato dalla Squadra mobile, nel tentativo di far luce sulla vicenda.

Il pensionato non sarebbe stato informato dei rischi

Tra le persone ascoltate c'è difatti anche il direttore della filiale di Banca Etruria dove il 68enne D'Angelo aveva investito i suoi 100mila euro, tutti impegnati in obbligazioni subordinate, ossia investimenti ad alto rischio. Secondo quanto riportato dal Corsera, però, proprio i rischi dell'operazione finanziaria sarebbero stati taciuti al pensionato, che anzi potrebbe essere stato spinto, anche in maniera fraudolenta, ad accettare le nuove condizioni. Un elemento accennato da alcuni familiari dell'uomo e presente anche nelle dichiarazioni dell'ex funzionario di banca Marcello Benedetti, il cui nome compariva sui fogli firmati dal pensionato – "Me lo sento sulla coscienza", avrebbe detto -. Se così fosse, e se l'atteggiamento della Banca Etruria si dovesse rivelare comune nei confronti di tutti i suoi correntisti, e non solo limitato al pensionato, l'inchiesta potrebbe anche uscire dai confini della procura di Civitavecchia e approdare ad Arezzo, dove si trova la direzione generale della banca più discussa d'Italia in questi giorni.

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