Parrucchieri, toelettatori, estetiste: per loro la crisi continua nella Fase 2
Parrucchieri, centri benessere, palestre, tatuatori, toelettatori, bar, alberghi. Sono tra gli esercizi commerciali che più stanno sentendo la crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus. Tanti di loro non sanno quando potranno riaprire, hanno perso migliaia di euro e in molti casi hanno continuato a pagare l'affitto del negozio pur non percependo nessun profitto. Il 18 maggio riapriranno i negozi di commercio al dettaglio, ovviamente dovendo garantire le distanze interpersonali di un metro e le condizioni di sicurezza per limitare il contagio. Bar e ristoranti molto probabilmente non riapriranno prima di giugno, così come parrucchieri, centri benessere e negozi di tatuaggi. Gli alberghi in realtà non sono mai stati chiusi, ma in diversi hanno scelto di abbassare la serranda visti gli alti costi di gestione delle strutture e la mancanza di turisti cui affittare le camere.
Non c'è ancora una data precisa per la riapertura di questi negozi, si vocifera il primo giugno. Ma secondo i piccoli commercianti è troppo tardi. Il contributo di 600 euro del Governo è ovviamente un piccolo aiuto, ma non può coprire le spese di affitto e di manutenzione dei negozi. Soprattutto considerando che i titolari avranno molto probabilmente anche un mutuo e un affitto da pagare per un appartamento e una spesa da fare per pranzare e cenare. Migliaia di attività rischiano di chiudere e migliaia di persone di rimanere sul lastrico.
A molti potrà sembrare strano, ma anche i toelettatori per cani sono stati chiusi. Come mai? Nonostante questo lavoro non presupponga un contatto ravvicinato con un'altra persona ma con un animale (e cani e gatti non trasmettono il coronavirus), è stato vietato dal decreto del premier Conte. Il motivo? Hanno lo stesso codice ateco di parrucchieri e centri estetici. La toelettatura, inoltre, non ha solo una funzione estetica, ma aiuta l'animale a rimanere pulito e a non sviluppare malattie. Alcune regioni come il Friuli Venezia Giulia, che sono a statuto speciale, hanno acconsentito alla riapertura. Non il Lazio, in cui sono ancora aperti.