Pagavano il 75% sulla bolletta Acea grazie a due funzionari infedeli: imprenditori nei guai
Risparmiavano fino al 75% dell'importo della bolletta dell'energia elettrica manomettendo i contatori di Acea, grazie alla complicità di due responsabili dell'azienda municipalizzata e di alcuni elettricisti che non lavoravano però direttamente per l'azienda partecipata da Roma Capitale. A finire nei guai anche i titolari di bar, ristoranti e supermercati che ottenevano i maxi sconti, mentre Acea risulta essere parte lesa nel procedimento che vede imputate in tutto nove persone per i reati di truffa e corruzione. Nel corso delle perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati gli inquirenti hanno rinvenuto anche somme di denaro in contanti che potrebbero essere la "mazzetta" che nuovi imprenditori e commercianti avrebbero versato per accedere "agli sconti" garantiti dall'organizzazione.
La rete della truffa e della corruzione potrebbe allargarsi
L'indagine ha preso le mosse da un'indagine della Polizia Postale ed è stata coordinata dai magistrati Paolo Ielo ed Edmondo De Gregorio. L'inchiesta ha portato alla luce un vero e proprio sistema, realizzato grazie all'azione dei funzionari e degli operai infedeli che si proponevano di manomettere i contatori a beneficio di chi fosse disposto a versare del denaro, e non un banale furto di corrente a opera di un privato. Non è escluso che nuovi nomi finiscano iscritti al registro degli indagati. È probabile infatti che ci siano altri esercenti coinvolti nella truffa: il sistema per essere sufficientemente remunerativo da far valere il rischio avrebbe dovuto coinvolgere altri soggetti non ancora identificati. Gli inquirenti dovranno anche stabilire se da parte di Acea si sia in presenza di mancati controlli.