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Ostia come Gomorra: clienti scortati da vedette tra i palazzi per comprare la droga

Avevano creato una vasta rete criminale all’interno di una piazza di spaccio a Ostia, in uno degli storici complessi popolari. Quaranta militari della guardia di finanza con i cani antidroga sono intervenuti per arrestare otto persone, sette finite in carcere e una ai domiciliari. Il cliente, scortato dalle vedette, veniva accompagnato dallo spacciatore il quale, nascosto dietro una grata, era pronto per lo scambio.
A cura di Alessia Rabbai
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L'operazione 'Lotti' a Ostia della Guardia di Finanza
L'operazione ‘Lotti' a Ostia della Guardia di Finanza

Uno scambio di droga e denaro che avveniva in perfetto stile Gomorra. Il cliente, scortato dalle vedette, veniva accompagnato dallo spacciatore il quale, nascosto dietro una grata, era pronto per lo scambio. Avevano creato una vasta rete criminale all'interno di un'inaccessibile e importante piazza di spaccio a Ostia, in uno degli storici complessi popolari. Quaranta militari della guardia di finanza con i cani antidroga sono intervenuti sul litorale romano per dare esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta della procura di Roma, nei confronti di otto persone, sette finite in carcere e una ai domiciliari. Si tratta di un un vero e proprio supermercato della droga che permetteva una grande fonte di guadagno. Gli arrestati sono stati portati nei carceri di Rebibbia, Regina Coeli e Velletri, a disposizione dell’Autorità giudiziaria, mentre proseguono le indagini per la cattura dell’ultima persona non ancora fermata.

Le indagini

Le indagini sono partite nei primi mesi del 2015 dopo un sequestro operato sul territorio e sono durate circa due anni consentendo di denunciare all’Autorità Giudiziaria tre persone, di cui due in stato di arresto, per il reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, di segnalarne quindici alla Prefettura locale per detenzione ad uso personale e di sequestrare circa 4 chili di cocaina, più altre sostanze stupefacenti come hashish, marijuana e crack. I militari hanno scoperto l'attività di spaccio del gruppo criminale grazie a intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento sul territorio.

Come agiva il gruppo criminale

Gli arrestati operavano all’interno di un complesso residenziale: al comando c'erano due donne che davano gli ordini sul da farsi e che si avvalevano della collaborazione di persone incensurate che rifornivano gli spacciatori della droga. I pusher erano organizzati in ‘turni di lavoro' durante tutto l’arco della giornata, erano incaricati della capillare distribuzione della sostanza stupefacente. Dalle indagini è emerso che gli spacciatori utilizzavano sempre la stessa utenza telefonica e che parlavano con i clienti attraverso un linguaggio in codice per concordare la quantità della droga desiderata e come sarebbe avvenuta la consegna.

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