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Ostia, lancia bomba carta contro casa dell’ex ragazza: in casa aveva un vero e proprio arsenale

Un 43enne di Ostia è stato fermato dai carabinieri dopo aver lanciato una bomba carta contro casa dell’ex ragazza. L’uomo era già stato sottoposto a un divieto di avvicinamento, ma questo non gli ha impedito di lanciarsi con violenza contro la sua abitazione. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno trovato 23kg di esplosivo in casa.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo di 43 anni ha lanciato una bomba carta contro la casa dell'ex ragazza. È successo a Ostia, durante la notte: prima ha minacciato la donna e poi ha fatto esplodere l'ordigno nei pressi della sua abitazione. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, era già stato sottoposto a divieto di avvicinamento per i suoi comportamenti violenti. Ha tentato di fuggire, ma ha avuto ben poca fortuna: in brevissimo tempo, infatti, i carabinieri lo hanno rintracciato e perquisito. La perquisizione è poi passata anche all'abitazione del 43enne, ed è qui che i militari hanno scoperto un ingente quantitativo di ordigni artigianali, vere e proprie bombe. Quella lanciata contro la porta dell'ex ragazza non era la sola bomba carta che aveva: in casa, infatti, aveva un vero e proprio arsenale ricco di materiale esplosivo.

Ostia: 32 bombe carta e una pistola

La bomba carta sganciata dall'uomo contro l'abitazione dell'ex ragazza non era l'unico ordigno in suo possesso. All'interno dell'abitazione, infatti, ce ne erano ben 32, per un totale di 23 chili di esplosivo. Non solo: l'uomo teneva in casa anche una pistola semiautomatica Beretta con dentro quattro colpi. L'arma non è mai stata denunciata ed era quindi detenuta illegalmente. Per il 43enne sono scattate le manette: adesso dovrà rispondere di fronte al giudice di detenzione illegale di esplosivi, armi e munizioni, porto illegale di esplosivo, inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità ed atti persecutori. Attualmente non si trova in carcere, ma nelle camere di sicurezza del Gruppo Carabinieri di Ostia: a decidere se farlo rilasciare o tradurlo in carcere, sarà il magistrato.

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