Operazione per cambiare sesso: medici accusati di lesioni gravi su pazienti transgender

Hanno operato quattro pazienti transgender senza avvertirle che si trattava di un metodo sperimentale e non autorizzato, che sarebbe potuto non riuscire, provocando nel contempo danni, per questo tre chirurghi sono finiti a processo: l'accusa è di lesioni gravi. Si tratta di tre medici del Policlinico Umberto I, nello specifico, del primario di Chirurgia plastica, di un chirurgo e di una biologa. Vittime della vicenda sono quattro uomini che si sono affidati alle mani dei medici per sottoporsi a un intervento per cambiare sesso e diventare donne, operazione fallita totalmente e ha provocato ai pazienti dolori e infezioni gravi.
Tre chirurghi accusati di lesioni gravi
Come riporta La Repubblica, questa mattina, martedì 2 luglio, dopo il cambio del giudice monocratico, il processo ricomincia daccapo, con l'audizione bis: sugli imputati pende una pena di 12 anni. I pubblici ministeri hanno chiesto che venga riconosciuto il dolo eventuale, perché i medici pur essendo a conoscenza di rischi che correvano a sottoporli all'intervento con il metodo sperimentale, hanno accettato il rischio e proseguito. I fatti risalgono a otto anni fa, con le denunce sporte tra il 2011 e il 2012, mentre nel 2015 è iniziato il processo, che si è protratto per tre anni, per poi ripartire da zero.
Intervento per cambiare sesso fallito
Secondo le informazioni apprese le quattro persone sono state sottoposte a un intervento di ricostruzione della vagina durante il quale sono stati prelevati e utilizzato il tessuto presente all'interno della bocca. Il risultato, che si è rivelato disastroso, ha lasciato ai pazienti un apparato genitale incompleto, forti dolori fisici, una compromissione emotiva e infezioni. Per questo hanno dovuto spendere altri soldi per nuovi interventi e rivolgersi altrove, addirittura in Asia, per riparare ai danni commessi.