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Opera di Roma, al via licenziamenti collettivi per coro e orchestra

Sull’organico del teatro romano si abbatte la mannaia dei tagli. Approvata l’esternalizzazione dell’Orchestra e del Coro per risparmiare 3,4 milioni di euro. La protesta degli artisti: “decisione ingiusta, lotteremo”.
A cura di An. Mar.
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Dopo l'addio del maestro Muti al Teatro dell'Opera di Roma e i numerosi dissapori che hanno turbato negli ultimi mesi la vita del teatro è arrivata infin la drastica decisione del Consiglio di amministrazione: orchestra e coro saranno esternalizzati dando il via alla procedura di licenziamento collettivo". A annunciarlo è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino. La soluzione riguarda 182 lavoratori su 460 ed è stata adottata esclusivamente per ragioni economiche: "Coro ed orchestra costano 12 milioni e mezzo l'anno. Il risparmio previsto è di 3,4 milioni con l'esternalizzazione. Abbiamo ragionato in termini di funzionalità e di effetto economico, è una decisione indipendente dalle sigle sindacali e non c'è alcuna intenzione ritorsiva, è quasi offensivo pensarlo" ha fatto sapere il sovrintendente Carlo Fuortes.

Si tratta di un provvedimento mai adottato prima in Italia, ma giudicato "doloroso ma necessario per salvare l'Opera di Roma e ripartire" dal ministro della Cultura Franceschini. "Dopo un'accurata riflessione abbiamo pensato che questo è l'unico percorso, in un momento drammatico della vita del teatro, che può portare ad una vera ed auspicata rinascita del lirico romano" ha spiegato invece il sindaco, sul quale si sono riversate critiche asprissime. Dall'opposizione Federico Mollicone e Fabrizio Ghera di Fdi-An commentano: "Dalla sinistra uno schiaffo alla cultura". Duro anche Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio, che parla di decisione "insostenibile e incomprensibile: la necessità di rinnovare – secondo Peciola – non può passare per un provvedimento di inaudita gravità che colpisce nel mucchio e apre la strada a una conflittualità che non ci vedrà neutrali".

La protesta degli artisti del Teatro dell'Opera: "Lotteremo"

Ma gli artisti dell'organico non si danno per vinti. Così Marco Piazzai, segretario del sindacato Fials-Cisal e musicista dell'orchestra dell'Opera di Roma dichiara: "È un licenziamento ingiustificato e discriminatorio, c'è un progetto di smantellamento del Teatro dell'Opera. E forse Muti l'aveva capito e per questo se n'è andato. Ma siamo pronti a impugnare la decisione", dichiara. "Io dopo 23 anni all'Opera, a 48 anni, al massimo della carriera, guadagno 2.400 euro. Sono entrato nel '91 a tempo determinato e nel '92 sono stato assunto. Nel '94 ho vinto un concorso pubblico per secondo trombone e nel 2001 un altro per diventare primo trombone. Ora arriva questo licenziamento in tronco che getta nello sconforto totale. Ho dato arte e amore al Teatro dell'Opera e ora sento un macigno insopportabile sulle spalle".
Promette battaglia anche Alberto Manzini, segretario della Slc Cgil che annunciando "un'assemblea plenaria" che vedrà la mobilitazione "della società civile, del mondo della cultura e delle istituzioni, come per il Teatro Valle, perché un bene così importante della città non sia gettato alle ortiche".

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