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Omicidio Varani, nessun dubbio per i giudici: Foffo era in grado di intendere quando massacrò Luca

Secondo i giudici della Corte di Cassazione, che il 3 luglio hanno confermato la condanna a 30 anni, Manuel Foffo era capace di intendere e di volere quando ha ucciso, con Marco Prato, il 23enne Luca Varani. Foffo e Prato agirono in un contesto “inequivocabilmente spregevole e rivelatore di un grado di perversione tale da destare un profondo senso di ripugnanza”.
A cura di Enrico Tata
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L'omicidio di Luca Varani
L'omicidio di Luca Varani

Per i giudici della corte d'Appello di Roma non ci sono dubbi: Manuel Foffo era capace di intendere e di volere quando ha ucciso Luca Varani insieme a Marco Prato. E per questo la corte di Cassazione, proprio esaminando gli elementi su cui si è basata la valutazione dei colleghi, ha confermato la condanna a 30 anni per Foffo, accusato dell'omicidio di Varani avvenuto a Roma nel marzo del 2016. I risultati della perizia tecnica eseguita su Foffo non consentivano "di affermare la sussistenza in capo all'imputato di una condizione psichica patologica inquadrabile come disturbo della personalità" tale da configurare un'incapacità di intendere. In più anche l'abuso di droghe da parte del ragazzo sarebbe "privo di rilevanza clinica". Quando Foffo e Prato hanno pianificato il festino a base di droga e sesso con Varani erano consapevoli "che la loro azione avrebbe comportato l'uccisione della vittima". E per questo è stata riconosciuta l'aggravante dell'omicidio per motivi abietti.

I giudici: "Contesto di perversione ripugnante"

Le pulsioni sadiche dei due, Foffo e Prato, erano evidenti già la sera prima del delitto, quando uscirono di casa "alla ricerca di un soggetto al quale ‘fare del male'", in un contesto, si legge nelle motivazioni, "inequivocabilmente spregevole e rivelatore di un grado di perversione tale da destare un profondo senso di ripugnanza". In seguito, sempre con le parole dei giudici, "non essendo riusciti a individuare un soggetto su cui sfogare e loro perversioni, decidevano di contattare, tramite Prato che lo conosceva, Luca Varani, allo scopo di concentrare su di lui le loro perversioni, seguendo uno schema operativo che prevedeva la neutralizzazione della vittima mediante l'Alcover". Questo consentì di sedare Varani "allo scopo di infliggerli sofferenze fino a farlo morire, allo scopo di trarre piacere da tale esperienza". Per questi motivi i giudici della Corte di Cassazione hanno confermato, il 3 luglio scorso, la condanna a 30 anni di reclusione per Foffo per il reato di omicidio volontario aggravato da motivi futili e abietti.

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