Omicidio Vannini, negozi chiusi per 15 minuti venerdì 1 febbraio per chiedere “Giustizia per Marco”
Negozi chiusi per 15 minuti e candele accese a Ladispoli, un gesto simbolico dei commercianti della città per testimoniare con i fatti la solidarietà e il cordoglio nei confronti dei genitori di Marco Vannini, ucciso a vent'anni con un colpo di pistola. I negozianti abbasseranno le serrande delle loro attività commerciali contemporaneamente, dalle ore 18 alle 18.15 di oggi, venerdì 1 febbraio, per chiedere "Giustizia per Marco" dopo la seconda sentenza della Corte d'Appello di martedì scorso, che ha ridotto la pena da 14 a 5 anni nei confronti di Antonio Ciontoli, e a 3 per il resto della famiglia della fidanzata di Marco. L’iniziativa è stata lanciata da Unicom Ladispoli, Ascom Cerveteri e dai commercianti di Bracciano e sono coinvolti tutti i comitati. In tantissimi hanno aderito, non solo nella città del litorale a Nord di Roma, ma anche nei paesi limitrofi, che hanno avvisato pubblicamente i propri clienti anche sui social network.
Serrande abbassate e candele per Marco Vannini
I residenti hanno accolto la decisione e condiviso il gesto di vicinanza, in molti oggi pomeriggio scenderanno in strada con una candela accesa in mano e si avvicineranno alle serrande dei negozi, per unirsi ai commercianti e alla loro mobilitazione. "Vi raggiungerò anche io alle 18 con un candela e mi fermerò per un quarto d'ora, per chiedere che sia fatta Giustizia per Marco" scrivono in molti su Facebook. Intanto cresce il numero dei cittadini italiani che hanno firmato la petizione su Change.org, che ha superato in meno di due giorni circa 150mila firme e diretta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Una bandiera nera per Marco Vannini
Ladispoli è in lutto dopo una "sentenza vergognosa, un oltraggio alla memoria di Marco" e sulla facciata del Comune sventola una bandiera nera "simbolo della rabbia della nostra città, è come se quel povero ragazzo di vent'anni fosse stato ucciso due volte" ha detto il sindaco Alessandro Grando. Anche il primo cittadino di Cerevetri, Alessio Pascucci, si è unito al cordoglio della famiglia commentando la sentenza della Corte d'Appello con una dura critica: "Mi vergogno di portare la fascia tricolore, la giustizia italiana è morta".