Omicidio Vannini, il ministro Bonafede: “Inaccettabili le parole del giudice alla madre di Marco”
Nessun reintegro per Antonio Ciontoli nelle Forze Armate. Lo ha annunciato il ministro della difesa, Elisabetta Trenta, sul proprio profilo Facebook. L'uomo è stato condannato in appello a cinque anni per la morte di Marco Vannini, all'epoca dei fatti fidanzato con la figlia. "Sul caso dell'omicidio di Marco Vannini, non posso entrare nei meriti della sentenza giudiziaria, poiché esula dalle mie competenze e prerogative", ha scritto la Trenta, "ma una cosa la posso fare: il mio impegno, il mio massimo impegno, fin quando sarò io a guidare il Ministero della Difesa, affinché al signor Ciontoli non sia concesso il reintegro in Forza Armata. Ho già in questo senso dato disposizioni alle competenti articolazioni della Difesa", ha proseguito la Trenta, "Colgo l'occasione per esprimere anche tutta la mia vicinanza ai cari e alla famiglia di Marco, in questo difficilissimo momento. Comprendo il vostro dolore, comprendo la vostra rabbia, ma sappiate che non siete soli".
Sulla vicenda è poi intervenuto anche il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, che ha fatto invece riferimento alla frase pronunciata dal giudice durante la lettura della sentenza verso i familiari di Marco Vannini, il ragazzo morto ucciso da un colpo di pistola partito dalle mani di Antonio Ciontoli. Per la sua morte, l'uomo è stato condannato a cinque anni in Appello, che ha ridotto la pena fissata a 14 anni dal primo grado. "Ho già spiegato che il ministro non può entrare nel merito delle decisioni dei giudici, ma ho visto il filmato di quando viene letto il dispositivo della sentenza", ha detto il ministro Bonafede, "voglio spiegare che un magistrato ha tutti gli strumenti idonei a far mantenere l'ordine dentro un'aula giudiziaria, ecco perché ritengo che sia inaccettabile, e sono indignato per questo, che un magistrato interrompa la lettura del dispositivo della sentenza per dire: ‘Se volete andarvi a fare un giro a Perugia, ditelo'". Lo ritengo inaccettabile", ha proseguito Bonafede, "e come ministro della Giustizia ho attivato gli uffici perché vengano fatti tutti gli accertamenti del caso".