Omicidio Vannini, Antonio Ciontoli e i suoi familiari potrebbero non andare mai in carcere
Secondo l'avvocato penalista Daniele Bocciolini i Ciontoli potrebbero non andare mai in carcere. Tutti: Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i figli, Martina e Federico. Nonostante la condanna a 14 anni per il capofamiglia e a 3 anni per gli altri, la famiglia Ciontoli potrebbe evitare la galera. Per Bocciolini, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus per commentare le sentenze del processo per la morte di Marco Vannini, "si tratta di uno dei casi più inquietanti della storia criminologica italiana". Secondo il penalista "le reazioni dei genitori di Marco Vannini sono comprensibili. Bisogna leggere le motivazioni ma le perplessità per le pene inflitte ci sono. e ritengo che queste pene siano a dir poco esigue. Tecnicamente sono spiegabili, per carità. La pena base era di 21 anni. Applicando le circostanze attenuanti generiche si “scontano” 7 anni. Per quale motivo però sono state riconosciute al Ciontoli le attenuanti generiche? Il giudice può valutare degli elementi per applicarle, come il pentimento o la condotta durante il processo. Il fatto che fosse incensurato non conta invece nulla. Sarò curioso, nelle motivazioni, di leggere il perché di queste attenuanti”.
L'avvocato: "I familiari di Ciontoli non andranno mai in galera"
Secondo Bocciolini “la condotta del Ciontoli è stata sempre molto grave. C’è stata una negazione del fatto, la chiamata in ritardo dei soccorsi accettando il rischio che Marco morisse, ha mentito ripetutamente. Agli altri sono stati dati tre anni di reclusione. Chi ha subito questa pena non andrà mai in galera. Non rischiano il carcere. L’unico che potrebbe rischiarlo è Antonio Ciontoli. L’Appello? Gli anni potrebbero diminuire ulteriormente. È assurdo pensare che l’omicidio stradale sia punito con pene fino ai 15 anni di reclusione. Un omicidio che avviene all’interno di una casa, da parte di membri di una famiglia, viene punito con tre anni di reclusione”.