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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Omicidio Sacchi, arrestato Marcello De Propris: diede la pistola ai killer e organizzò lo scambio

Nell’ordinanza dei pm la spiegazione dell’omicidio di Luca Sacchi: la pistola serviva a spaventare Anastasiyia e Giovanni Princi, che con Pirino e Del Grosso dovevano concludere uno scambio orchestrato e ideato da De Propris: 70mila euro contenuti nello zaino della ragazza per 15 chili di droga. Ingolositi da così tanti soldi, Pirino e Del Grosso decisero di cambiare i piani e di rapinare i ragazzi.
A cura di Enrico Tata
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Marcello De Propris
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Ad armare Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, autori materiali dell'omicidio di Luca Sacchi, è stato Marcello De Propris, 22 anni, accusato con loro della morte del 24enne romano. L'arma è un revolver calibro 38, detenuto illegalmente dal padre del ragazzo, Armando, anche lui indagato perché nel suo appartamento i carabinieri hanno trovato grosse quantità di droga. La pistola serviva a spaventare Anastasiyia e Giovanni Princi, che con Pirino e Del Grosso dovevano concludere uno scambio: 70mila euro contenuti nello zaino della ragazza per 15 chili di droga. Ingolositi da così tanti soldi, Pirino e Del Grosso decisero di cambiare i piani e di rapinare i ragazzi e così, con l'obiettivo di spaventarli, chiesero a De Propris la pistola: "Sentime, a parte i scherzi, sto con un amico mio che conosci, bello fulminato! Ma se invece io vengo a prendeme quella cosa che mi hai detto ieri e glieli levo tutti e settanta? Vengo da te… te faccio un bel re…", una conversazione intercettata di Del Grosso con De Propris. Quest'ultimo, tra l'altro, avrebbe anche fornito la droga per lo scambio diventato una rapina. È lui a contattare più volte Del Grosso, è lui a ricordargli, "quasi ossessivamente" scrivono i pm, l'incontro davanti al John Cabot pub: "Aho, me raccomando eh? Non famo scherzi eh".

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Il cambio di strategia: non più uno scambio, ma una rapina

Alle 21,20, poche ore prima dall'omicidio, l'idea di trasformare lo scambio in una rapina. Per questo gli chiede: "Ma se io passo a prendeme quella cosa?". ‘Quella cosa' è evidentemente la pistola del padre con cui poter spaventare Anastasiya e Princi. Alle 22,48 Del Grosso telefona di nuovo a De Propris: "Non poi capì Marcé quanti so… non puoi capì", riferendosi ai soldi. "Me sta a partì la brocca proprio de brutto…". E De Propris, per schernirlo: "Te stai a cacà sotto, te stai a cacà sotto".

Dopo l'omicidio la fidanzata di Del Grosso racconta di aver accompagnato il ragazzo da un altro giovane: secondo i pm si tratta proprio di De Propris. A lui ha raccontato il tragico epilogo del suo piano. Dalle indagini, scrive il gip, "emerge in maniera chiara e inconfutabile il concorso nel delitto da parte di Marcello De Propris". Lui, come detto, avrebbe dovuto fornire la droga per lo scambio e lui ha dato la pistola del padre a Del Grosso e Pirino. Tra l'altro Del Grosso parla di "bel regalo" come ricompensa per avergli prestato l'arma. Tra l'altro, scrive ancora il gip, è a lui, "per quanto si tratti di un argomento non direttamente probante, che viene riferito, nel suo quartiere, San Basilio, di avere ‘fatto danni' e di ‘aver combinato un casino'". La sua compartecipazione, si legge nelle carte, "è piena e consapevole, dall'inizio dell'operazione di compravendita di stupefacenti, fino al suo epilogo, e si estrinseca non solo nell'accettazione passiva del cambiamento del cambiamento di programma, ma altresì nella fattiva collaborazione alla realizzazione dello stesso".

Chi è Marcello De Propris

Marcello De Propris, 22 anni, abita a San Basilio. Insieme a lui è stato arrestato anche il papà, Armando, che ha alle spalle diversi precedenti e che in casa aveva grosse quantità di droga. Lui è il proprietario della pistola (detenuta illegalmente). Secondo il gip la condotta di De Propris denota "una inveterata attitudine al delitto". In più ha mostrato "di essere pronto a fornire con disinvoltura in breve tempo un ingente quantitativo di stupefacente (cioè i 15 chili per lo scambio ndr.), segno della possibilità di approvvigionarsi con sicurezza e rapidità ad alti livelli e di contatti con veri e propri grossisti della droga operanti nella Capitale, e le armi per il compimento di rapine ai danni di altri gruppi criminali".

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