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Omicidio Pompili, Gloria uccisa di botte dai parenti: l’ultima telefonata con la madre

Carmela Del Prete, la madre di Gloria Pompili, ha rilasciato una lunga dichiarazione davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, durante la quale ha raccontato l’ultima telefonata avuta con la figlia, pochi giorni prima del dell’omicidio. “Era spaventata. Mi disse però di non raggiungerla”.
A cura di Alessia Rabbai
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Gloria Pompili (Facebook).
Gloria Pompili (Facebook).

"Gloria mi chiamò da una cabina telefonica. Era spaventata. Mi disse però di non raggiungerla, che voleva solo sentirmi”. Sono le parole di Carmela Del Prete, la madre di Gloria Pompili, uccisa di botte dai parenti la notte del 23 agosto 2017, su una piazzola di sosta della statale dei Monti Lepini. Come riporta Il Caffè.Tv la donna ha raccontato l'ultima telefonata avuta con la figlia pochi giorni prima che si consumasse l'omicidio, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina. “Vedevo che non stava bene e che i bambini erano tanto spaventati". Ha ricordato lo stato d'animo di Gloria, prima della tragedia. "Le facevano fare cose che lei non voleva fare, ma non sapevo che si prostituisse – ha spiegato commentando le violenze quotidianamente subite dalla figlia – L’ho vista picchiare dal marito e una volta, solo per essermi venuta a trovare, è stata pestata”. Gloria Pompili di Frosinone, è morta a 23 anni sotto agli occhi occhi dei suoi due bimbi, per le ferite e traumi interni provocati dalle violente percosse ricevute sul suo corpo, costretta dai parenti a vendersi.

Arrestati la cugina con il compagno e il marito di Gloria

Ad uccidere Gloria Pompili quella tragica notte del 23 agosto scorso sarebbero stati due membri della sua famiglia. La cugina della madre, L.D.P., 40 anni e il suo compagno S. M. E., 24 anni, di nazionalità egiziana, fratello dell'attuale secondo marito di Gloria. L'accusa è di omicidio e sfruttamento della prostituzione. Inoltre è stato mandato a giudizio il marito di Gloria M. M. H. S., 29 anni, ma solo per i reati di maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. Ritenuto del tutto estraneo ai fatti l’ex compagno, padre dei due bambini. L'ipotesi è che la costringessero alla vendere il suo corpo dal febbraio del 2006 con percosse e che anche la sera della sua morte, per cause ancora da chiarire, l'avessero picchiata tanto da provocarle lesioni interne mortali.

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