Caso Varani, la prima volta di Foffo davanti alle telecamere. Dopo l’omicidio disse a Prato: “Ti amo”
Queste sono le prime immagini di Manuel Foffo in un'aula di tribunale, scattate nella prima udienza del processo d'appello in cui i giudici hanno concesso l'entrata alle telecamere. Condannato a 30 anni in primo grado al termine del rito abbreviato per l'omicidio del 23enne Luca Varani nel marzo del 2016, Foffo sarà giudicato dai giudici della Corte d'Appello. I magistrati hanno disposto una perizia psichiatrica per verificare se il ragazzo fosse capace di intendere e di volere quando, nel corso di un festino a base di sesso e droga, insieme a Marco Prato massacrò Varani con almeno cento, così ha stabilito l'autopsia, tra coltellate e martellate.
La perizia: "Foffo era in grado di intendere e di volere"
Per i medici legali, i professori Antonio Oliva, Stefano Ferracuti e Marco Molinari, Foffo "dal punto di vista psichiatrico-forense è affetto da un disturbo di personalità di gravità moderata, di una storia di riferito abuso di cocaina e alcol e di una possibile parasonnia", ma nel complesso "l'esame clinico non ha evidenziato aspetti riconducibili a un deterioramento o a una compromissione delle funzioni cognitive". Al momento del fatto "non erano presenti elementi di disturbo di personalità tali da configurare la gravità e pervasività per poterlo inquadrare come un ‘grave disturbo di personalità' con valore di malattia in senso medico legale". In conclusione, si legge nel testo depositato dai medici, Foffo non versava "a causa di infermità psichica, in condizioni tali da escludere, ovvero grandemente scemare, la capacità di intendere e/o volere". Secondo il professor Molinari, che ha preso la parola questa mattina in aula, il quadro neuropsicologico di Foffo è sostanzialmente integro, ha una capacità cognitiva e comportamentale nella norma con delle carenze che non modificano le sue capacità. Foffo ha manifestato di avere disturbi del sonno .ma non ha nessuna ricaduta sugli esami secondo il nostro punto di vista. Il sonnambulismo non ha nulla a che vedere con i nostri esami.
Foffo: "Dopo l'omicidio ho detto a Prato ‘ti amo'"
Nel corso dei colloqui con i periti Foffo ha detto di essersi sentito "manipolato dall'amico Marco Prato" per il suo "carisma, la maggiore intelligenza, cultura e differenza di censo". "La sua volontà è stata piegata" da quella di Prato. In passato Foffo è stato anche seguito dagli psicologi per il "rapporto tormentato e difficile con il padre e in generale nelle relazioni familiari". La sentenza di secondo grado è attesa per l'10 luglio.
Il professor Vincenzo Mastronardi, consulente tecnico di parte civile, ha riferito di un incontro con Foffo avvenuto il 2 maggio scorso: "Ho chiesto a Foffo cosa avesse detto a Prato subito dopo l’omicidio e mi ha risposto ‘ti amo’".