Omicidio Gabriel Feroleto, il papà continua a negare: “Non l’ho ucciso io”
Continua a negare ogni accusa Nicola Feroleto. Nel corso del suo interrogatorio di garanzia che si è tenuto all'interno del carcere di Cassino, l'uomo ha detto al giudice per le indagini preliminari di non essere responsabile dell‘omicidio del figlio Gabriel, morto a Piedimonte San Germano, Frosinone, ad appena due anni e mezzo. Feroleto è accusato di concorso in omicidio insieme alla madre del piccolo, Donatella di Bona. Il gip non ha convalidato il fermo del pm, a causa della mancanza del requisito di pericolo di fuga, ma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata notificata all'indagato dai carabinieri del comando provinciale di Frosinone. Secondo gli inquirenti Feroleto sarebbe responsabile dell'omicidio di Gabriel. A strangolare il piccolo, però, sarebbe stata la donna, che ha confessato agli inquirenti di aver messo le mani intorno al collo del figlio e per questo si trova reclusa nella sezione femminile del carcere romano di Rebibbia. Decisivi per stabilire le cause esatte della morte di Gabriel, saranno i risultati dell'autopsia eseguita dal medico legale Stefano Maccionchi sul corpicino del bimbo.
Il coinvolgimento di Nicola Feroleto
Da chiarire la posizione di Nicola Feroleto. Per gli inquirenti potrebbe aver aiutato la madre di Gabriel a nascondere il corpo senza vita del figlio. Ad inchiodarlo sarebbe in primo luogo una chiamata effettuata dalla moglie al suo numero di telefono poco prima di chiamare i soccorsi. In secondo luogo la cella del suo smartphone sarebbe la stessa in cui si trovava Donatella quando il piccolo Gabriel è stato ucciso. Un'ipotesi ulteriore è che il papà del figlio possa aver gettato in un primo momento il corpo del figlio in strada.