Omicidio di Serena Mollicone: il Comune di Arce si costituisce parte civile
Il Comune di Arce si è costituito parte civile in caso di rinvio a giudizio degli imputati per l'omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne scomparsa a giugno del 2001 e ritrovata morta nel bosco dell'Anitrella a Fonte Cupa. L'uccisione di Serena è diventata negli anni uno dei casi di cronaca nera più controversi d'Italia, dopo la riapertura delle indagini che hanno portato davanti agli inquirenti la famiglia Mottola: Franco, ex comandante della caserma di Arce, accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere in concorso con la moglie Annamaria e il figlio Marco. Coinvolti anche il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi e l'appuntato scelto Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento personale in omicidio volontario. Serena, come è emerso dai risultati di una superperizia effettuata sulla salma riesumata, sarebbe stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce, dove si era recata diciannove anni fa per denunciare un traffico di droga. Il 7 febbraio prossimo davanti al gup del Tribunale di Cassino si terrà la seconda udienza preliminare a carico dei cinque indagati.
Il Comune di Arce si costituisce parte civile
Con la delibera di Giunta n°13 del 23 gennaio 2020 il sindaco Luigi Germani e gli assessori Sara Petrucci, Sisto Colantonio, Bruno Gregori e Diego Di Palma, hanno votato a favore della Costituzione di Parte Civile, unendosi alle famiglie Mollicone e Tuzi e all'Arma dei Carabinieri. L'amministrazione comunale, già da tempo e prima dell'udienza preliminare dello scorso 15 gennaio davanti al gup di Cassino, aveva chiesto agli uffici e al legale dell'Ente di predisporre gli atti, ieri la decisione formale è avvenuta nella riunione di giunta. "Il Comune di Arce – si legge in un passaggio della delibera – oltre ad esprimere la massima solidarietà umana a Guglielmo Mollicone, padre di Serena, per la determinazione con cui per anni si è battuto per la ricerca della verità, intende costituirsi parte civile nel processo, in caso di rinvio a giudizio degli imputati". Prosegue la nota: "Le motivazioni espresse dall'esecutivo per la costituzione in giudizio, sono riconducibili al danno di immagine provocato alla collettività arcese e alla particolare efferatezza con cui è stata uccisa la giovane studentessa".