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Omicidio Ciro Esposito, De Santis in tribunale: “Ho sparato io, ma la pistola non era mia”

“Penso a Ciro tutti i giorni e mi dispiace per quello che è successo”, ha detto Daniele De Santis, l’ultras della Roma imputato nel processo dell’omicidio di Ciro Esposito, tifoso del Napoli, ucciso nel prepartita della finale di Coppa Italia del 2014.
A cura di Enrico Tata
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"Ho sparato io i colpi di pistola. ma quell'arma non l'ho portata io, ma ce l'aveva un tifoso del Napoli, non però appartenente al gruppo di cui faceva parte Esposito. Ricordo di avere cercato di chiudere il cancello del Ciak Club, ma di non esserci riuscito e di essere stato aggredito da un gruppo di napoletani che mi hanno ferito ad una gamba". Questa la versione di Daniele De Santis, imputato nel processo per l'omicidio di Ciro Esposito, tifoso del Napoli colpito da alcuni spari durante gli scontri avvenuti a Roma nel prepartita della finale di Coppa Italia del 2014 tra Napoli e Fiorentina.

"Penso a Ciro tutti i giorni e mi dispiace per quello che è successo. Nel corso della colluttazione sono stato colpito alla testa dal calcio della pistola che però sono riuscito a strappare dalle mani di chi la possedeva; ricordo che era una persona dal fisico corpulento ed ho esploso dei colpi, ma non ricordo neanche quanto", ha detto davanti ai giudici il tifoso della Roma. Una versione, che per il legale della famiglia Esposito è "contraddittoria, non credibile, che rappresenta un'ulteriore, grande prova della sua colpevolezza. Noi auspichiamo – ha concluso l'avvocato Angelo Pisani- che il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all'ergastolo, perché la massima punizione del colpevole sarà unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia"

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