Omicidio Beau Solomon, c’è un nuovo video: “Non è stato un incidente Galioto voleva ucciderlo”
Si aggrava la posizione di Massimo Galioto, il 44enne che viveva sulle sponde del Tevere, accusato di aver spinto nel fiume uccidendo lo studente americano Beau Solomon nella notte tra il 30 giugno e il 1 luglio del 2016, mentre era in uno stato di alterazione provocato da alcol e stupefacenti. Accusato di omicidio preterintenzionale, grazie a un nuovo video acquisito dagli inquirenti dovrà ora rispondere dell'accusa di omicidio volontario. Il filmato di una telecamera a circuito chiuso mostrerebbe Galioto prendere la rincorsa e spingere con decisione il giovane nell'acqua del fiume. La compagna dell'uomo, anche lei una senza tetto accampata sulla banchina del Tevere insieme ad altre persone, fino ad oggi invece aveva parlato di una colluttazione terminata con la caduta dello studente in acqua, dove è annegato.
Massimo Galioto da parte sua ha invece sempre rifiutato ogni addebito, affermando di non aver spinto lui il giovane in acqua, ma di non aver visto chi l'ha fatto. Il 19enne originario del Wisconsin era stato dato per disperso fino al ritrovamento del corpo nel fiume: l'autopsia ha stabilito il decesso per annegamento. Nel video non si distinguerebbe con chiarezza l'identità delle due sagome, ma l'orario e il luogo non lascerebbero spazio a interpretazioni secondo il pm Gennaro Varone, che ha formalizzato la nuova accusa a carico di Galioto nel corso dell'udienza tenutasi ieri nell'aula bunker di Rebibbia: il gesto non potrebbe essere che riconducibile per l'accusa alla deliberata volontà di far cadere il ragazzo nel fiume, con l'ovvia conseguenza di provocarne con ragionevole certezza la morte.