Nelle metro segnaposto anche sotto ai cesti dell’immondizia: così la fase 2 a Roma rischia il flop
Le sperimentazioni di questi giorni hanno mostrato una realtà complicata: sarà molto difficile far rispettare le distanze a bordo dei bus e delle metropolitane di Roma. Soprattutto per le metro, Atac dovrà fare in modo che i passeggeri rispettino le distanze non solo sui treni, ma anche e soprattutto negli atri delle stazioni e sulle banchine. Serviranno moltissimi addetti, e non ci sono, per sorvegliare il comportamento dei cittadini. In ogni stazione dovranno esserci addetti impegnati a contare gli accessi in ogni entrata della metro (e per ogni stazione gli accessi sono come minimo due), altri dovranno sorvegliare i passeggeri nell'atrio e altri ancora dovranno guidarli sulle banchine. E infine: chi stabilirà quando su un treno non potranno salire più passeggeri?
Capienza dei treni dimezzata e marker per il distanziamento in fila
Le mascherine sui treni saranno obbligatorie e questo permetterà di aumentare la capienza di ogni convoglio. La speranza è quella di arrivare a metà capienza (circa 600 passeggeri sui 1200 standard), ma probabilmente i passeggeri che potranno salire a bordo di ogni treno saranno circa 300. Sulle banchine Atac ha posizionato dei pallini blu per distanziare le persone in attesa: il problema è che i pallini, come dimostra la foto, sono stati sistemati a volte anche in corrispondenza di cestini dell'immondizia o delle scale mobili. Inoltre, se il posizionamento venisse confermato così come è stato in questi giorni di sperimentazione, i viaggiatori in discesa dal treno entrerebbero a stretto contatto con quelli in attesa di salire. Infine, i passeggeri sui pallini blu attenderebbero in fila di poter salire sul treno. Ma gli altri? Probabilmente, come già è accaduto durante le prove, si creerebbero lunghe file sul piano stradale in attesa di poter scendere in stazione. Gli addetti Atac in questi giorni, infatti, hanno fatto scendere trenta persone per volta al massimo ogni tre minuti.