Nel Lazio eseguiti 108mila test sierologici: scoperti 160 asintomatici, circolazione virus al 2,4%
Nel Lazio sono stati eseguiti ad oggi, lunedì 15 giugno, 108mila test sierologici per la ricerca degli anticorpi contro il nuovo coronavirus, rappresentati dalle immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G (IgG). "C'è stata un prevalenza a sviluppare le IgG complessivamente pari al 2,4 per cento che è quello che sostanzialmente ci aspettavamo, ovvero di una circolazione intorno al 3 per cento nella popolazione", ha precisato l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Chi è risultato positivo al test ha dovuto effettuare un tampone e 160 sono stati quelli positivi, tutti pazienti asintomatici. I test sierologici, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa l'assessore, "hanno riguardato 60mila operatori sanitari (con una prevalenza IgG pari al 2%), 24mila forze dell'ordine (prevalenza al 2,4%); altre istituzioni (prevalenza al 2%), e 19.686 persone su accesso spontaneo (4%). Il numero di test sierologici per tipologia di indagine sono stati: operatori sanitari (54,5%); forze dell'ordine (23,4%); altre istituzioni (4,5%); accesso spontaneo (18,2%)", ha spiegato D'Amato.
"Questi dati sono molto chiari. Il primo da evidenziare è quello sugli operatori sanitari che hanno una sieroprevalenza del 2%, leggermente inferiore al 2,4% che è quella di tutte le popolazioni osservate nell'indagine regionale. Quindi questo ci dice che i nostri operatori sanitari si sono comportati in maniera corretta, usando i dispositivi che non sono mai mancati nelle nostre aziende. Le forze dell'ordine hanno una prevalenza nella media regionale del 2,4%, con una positività ai tamponi risibile", ha sottolineato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia.
Ippolito: "Non mollare l'attenzione, basta poco perché l'epidemia riparta"
Per il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, però, bisogna fare ancora molta attenzione e non bisogna cadere in "facili ottimismi: basta poco perché l'epidemia riparta. I dati dei test, anche se piccoli, ci dicono che il virus circola ancora e che non dobbiamo mollare l'attenzione mantenendo le misure di distanziamento".