Nel 2006 tentarono la scalata alla Lazio, condannati in 7: tra loro anche 4 capi ultras

Sette condanne e un'assoluzione. Si è concluso con questa sentenza il processo di primo grado in merito alla scalata alla Società Sportiva Lazio. I giudici hanno condannato quattro capi ultras: Fabrizio Piscitelli, detto"Diabolik", e Yuri Alviti a 3 anni e due mesi, Fabrizio Toffolo a 3 anni e sei mesi e Paolo Arcivieri a 2 anni e due mesi. I pm avevano chiesto per tutti 8 anni di reclusione. Insieme a loro sono stati condannati Guido Carlo Di Cosimo a 4 anni e 2 mesi, Giuseppe Bellantonio a 2 anni e 2 mesi mentre Fabrizio Di Marziantonio, ex segretario della polisportiva Lazio, a 1 anno e sei mesi. Assolto per non aver commesso il fatto Bruno Errico. Tutti sono stati condannati per concorso in tentativo di estorsione e per Di Cosimo in particolare, anche il reato di aggiotaggio. Gli imputati dovranno anche risarcire in sede civile il presidente della Lazio Claudio Lotito e il club biancoceleste.
Secondo la procura, i quattro capi della curva laziale avrebbero compiuto una “campagna" intimidatoria e di pressioni su Lotito finalizzata a fargli cedere il club ad un gruppo farmaceutico ungherese interessato all'acquisto e di cui Giorgio Chinaglia, l'ex campione della Lazio, sarebbe stato il portavoce. Dello stesso gruppo che sponsorizzava la cessione facevano parte anche Di Cosimo, Bellantonio ed Errico. Chinaglia era anche lui imputato nello stesso procedimento. Ma nei suoi confronti il tribunale ha dichiarato il non luogo a procedere per morte del reo, essendo deceduto nell'aprile 2012 negli Stati Uniti. Agli imputati, a seconda delle posizioni, si contesta di aver cercato di agevolare l'operazione di vendita attraverso continue e pesanti minacce nei riguardi di Claudio Lotito e di sua moglie.