Nasce il comitato a difesa di Lucha y Siesta: “La casa rifugio ce la compriamo noi”

Un comitato per salvare Lucha y Siesta, la casa rifugio per le donne vittime di violenza, tramite il quale si organizzeranno iniziative di sostegno e raccolte fondi per acquistare lo stabile di via Lucio Sestio 10. Lo hanno annunciato le attiviste di Lucha y Siesta, che venerdì scorso hanno denunciato la lettera inviata dal Tribunale di Roma – su sollecitazione di Atac e Comune – che annunciava lo sgombero imminente per il 15 settembre e il totale distacco delle utenze. Le prime firmatarie del comitato ‘Lucha alla Città' – che sarà presentato ufficialmente sabato 7 settembre alle 12 con una conferenza stampa – sono Federica Giardini, Lea Melandri e Adele Tulli. E molte altre firme sono attese per i prossimi giorni. "In questo ultimo anno e mezzo i tentativi di interlocuzione con le istituzioni preposte si sono rivelati fallimentari – scrivono le attiviste di Lucha y Siesta in un comunicato stampa – La Giunta Raggi, nelle figure specifiche della sindaca, dell'assessora alla Mobilità e dell'assessora al Patrimonio, si è mostrata assente, non rispondendo alle nostre richieste di incontro nemmeno con un diniego. Gli unici incontri con l'assessora alle Politiche sociali si sono tradotti in un nulla di fatto".
Lucha y Siesta: "Il silenzio della giunta è violenza"
"Proprio quella forza politica che in questi giorni si fa vanto di praticare la democrazia diretta, grazie a una piattaforma di consultazioni online, non ci ha accolte, non ci ha ascoltate e non ha dialogato, chiudendosi in un silenzio che sa di violenza. (…). Siamo consapevoli che l’obiettivo è enorme, sia per la cifra da raggiungere che per la difficoltà di rapportarsi con un sistema che non è disposto a riconoscere alcuna soggettività che non sia misurabile nei termini del profitto".
Roma, la città dove mancano le case rifugio per le donne
Lucha y Siesta è una casa rifugio dove, nel corso degli anni, centinaia di donne sono state ospitate e aiutate nel loro percorso di autonomia e fuoriuscita dalla violenza. Lo stabile contiene al suo interno 13 posti letto: A Roma, in tutto, ce ne sono 39. Con la chiusura di Lucha y Siesta diventerebbero 25. Nulla per una città che conta tre milioni di residenti e dove ogni giorno la cronaca riporta diversi casi di violenza contro le donne. Secondo la Convenzione di Istanbul, ci dovrebbe essere una casa rifugio ogni 10mila abitanti: l'Italia ha ratificato la convenzione, ma non si è mai adeguata. E così, dei 300 posti che la capitale dovrebbe avere, non ce n'è nemmeno l'ombra. All'interno di Lucha y Siesta, attualmente, sono ospitate 15 donne e 7 bambini. La delegata per le politiche di genere al Campidoglio Lorenza Fruci ha dichiarato che il Comune sta approntando soluzioni per ‘prenderle in carico'. Quello che non è dato sapere è se si è tenuto conto dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza personalizzati che quelle donne hanno intrapreso all'interno di Lucha y Siesta, o se saranno semplicemente trasferite in case famiglia senza tenere conto della loro situazione specifica.