Muore durante un intervento chirurgico, 5 anni dopo ancora non si sa di chi sia la colpa
Cinque anni fa Renata C., una donna romana di cinquant'anni, muore a seguito di un'operazione nella casa di cura privata Sanatrix, poche centinaia di metri da Villa Ada, quartiere Salario. Era il 18 novembre del 2010 e la si era sottoposta ad un'operazione all'addome per rimuovere una cicatrice, in teoria un'operazione chirurgica non particolarmente delicata. Eppure Renata perderà la vita a causa di una serie di complicazioni frutto, secondo gli inquirenti, della superficialità dei medici. Ora, nonostante quattro dottori siano stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo, per i parenti e gli amici di Renata ancora nessuna certezza sulla sua morte: durante l'ultima udienza il giudice ha disposto due nuove perizie sul decesso della donna, con l'obiettivo di accertare fuori ogni ragionevole dubbio le cause della morte.
Alcuni mesi prima di quel giorno di metà novembre la donna aveva subito la rimozione dell'utero che le aveva lasciato però una brutta cicatrice, così si sottopone ad un'addominoplastica, ma durante l'operazione un chirurgo le perfora l'intestino senza neanche rendersene conto. Ma le responsabilità non sarebbero solo di chi ha sbagliato ad usare il bisturi: nei giorni successivi l'operazione la donna si reca più volte alla Sanatrix lamentando dolori e sintomi che, secondo il pm, i medici avrebbero dovuto indagare, evitando così la morte della donna per colpa delle infezioni. Invece il 19 novembre del 2010 viene dimessa, quando tornerà in clinica non servirà un'operazione d'urgenza a salvarle la vita.