Muore al Gemelli di Covid, 2 mesi dopo l’ospedale chiama il figlio: “Vorremmo parlare con suo padre”
"Dieci giorni fa ho ricevuto una chiamata dall'ospedale Gemelli in cui mi veniva chiesto di poter parlare con mio padre. Ho risposto abbastanza meravigliato, perché mio padre è morto il 10 aprile. Dall'altra parte mi sono sentito rispondere ‘ah, mi dispiace'. A quel punto ho fatto presente che era morto proprio da loro. Da una struttura come il Gemelli non mi aspettavo proprio una telefonata di questo tipo". A parlare a Fanpage.it è Alessandro Pierini, "il figlio di una delle vittime delle Rsa", come ci ha tenuto a precisare. "Non uso questo termine a caso", continua Alessandro. "E questo episodio è la ciliegina sulla torta di una vicenda vergognosa dall'inizio alla fine". Alessandro non conosce il motivo della telefonata, non sa se l'ospedale sta facendo statistiche sulle persone decedute a causa del Covid. Certo è che, anche se non si tratta ovviamente di un gesto fatto in malafede, si parla di una gaffe che poteva essere evitata e che lascia l'amaro in bocca.
Il padre di Alessandro, Ivo Pierini, è deceduto il 10 aprile dopo dieci giorni di ricovero all'ospedale Gemelli di Roma. L'uomo si trovava ospite della Rsa Madonna del Rosario di Civitavecchia da alcuni anni: quando la pandemia è scoppiata all'interno della struttura, inizialmente era risultato negativo a tutti i tamponi. "Il personale della clinica mi ha rassicurato, dicendomi che mio padre era negativo e che era stato trasferito al terzo piano insieme ad altre persone che non avevano contratto il virus. Dopo qualche tempo si è ammalato anche lui, quindi è chiaro che qualcosa è andato storto e che questo isolamento è stato fatto in maniera molto superficiale". Quando al signor Ivo è venuta la febbre alta e i sintomi del Covid, è stato trasferito all'ospedale Gemelli di Roma. "Prima di ricoverarlo gli hanno fatto un altro tampone, al quale è risultato positivo. Dieci giorni dopo è morto".
La Rsa di Civitavecchia è stata una delle strutture più colpite dal coronavirus. Un focolaio gravissimo: basti pensare che di 55 ospiti della struttura, 22 sono deceduti. L'11 marzo il primo decesso di un anziano: da quel momento, uno stillicidio di casi venuti alla luce. "Con altri parenti delle vittime abbiamo costituito un comitato e presentato un esposto in Procura – conclude Alessandro – Il nostro obiettivo è che venga aperta un'indagine. Riteniamo che la Rsa non abbia preso i provvedimenti necessari per tenere sotto controllo la situazione. E ci sono i numeri a dimostrarlo".