Archiviata l’indagine a carico della società che installò il tutor sulla statale Nepesina

AGGIORNAMENTO: Epilogo positivo per l’inchiesta che ha coinvolto i vertici della società Safety21 nel 2015. E’ risultata infondata la notizia di reato di concorso in abuso d’ufficio, che avviò l’indagine sull’affidamento alla società, nel 2014, in ATI con Poste Tributi (gruppo Poste Italiane), dell’appalto “Servizio di noleggio, installazione, manutenzione ordinaria e straordinaria di rilevatori elettronici delle infrazioni per la Strada Sp Nepesina”, da parte della Provincia di Viterbo. A seguito della chiusura delle indagini, accogliendo le argomentazioni del PM, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Viterbo, con decreto del 25 novembre 2016, ha pertanto disposto l’archiviazione del procedimento a carico di Domenico Mazzilli, Presidente di Safety21 SpA, di Gianluca Longo suo Amministratore Delegato e di Paolo Tommasini, Responsabile business development.
Statale 311, la Nepesina, che collega Monterosi a Civita Castellana, provincia di Viterbo. C’è un tratto della strada con un lungo rettilineo, non ci sono case, si verificano pochi incidenti. Il limite della velocità però è di 50 chilometri all’ora e a sanzionare eventuali violazioni c’è un autovelox che si chiama “Celeritas”. La procura di Viterbo, dopo i tantissimi ricorsi degli automobilisti, ha cominciato a sospettare, come riporta oggi Corriere.it, che l’autovelox installato in quel punto sia solo un trucco per guadagnare qualche euro in più con le multe. La procura ipotizza concussione e abuso di ufficio e coinvolge il prefetto e vice prefetto, l’ex direttore della Polizia stradale, una funzionaria della Provincia e i manager delle società appaltatrici.
Due società, la Safety21 e Postetributi (Gruppo Poste Italiane) ottengono, un anno fa, l’affidamento del servizio senza alcuna gara. Il prefetto Antonella Scolamiero, che insieme al suo vice è accusata di concussione, decide di installare quell’autovelox al fine di prevenire incidenti. La decisione si basa su una relazione tecnica realizzata dall’ufficio viabilità della Provincia diretto da Flaminia Tosini, accusata di abuso d’ufficio. Insieme a loro sarebbero indagati Gianluca Longo, amministratore delegato di Safety21 e il presidente Domenico Mazzilli, già prefetto e direttore della polizia stradale della Tuscia. In più, dalle indagini emerge un particolare: l’appalto per riconosce alle ditte 41 euro per ogni infrazione rilevata, mentre la Provincia incassa solo 28 euro dalle multe.