Morte di Arianna Briasco, quattro rinvii a giudizio. La madre: “Ha imparato a drogarsi nel centro”

Quattro rinvii a giudizio per spaccio e cessione di sostanze stupefacenti. Questo il verdetto del Tribunale di Latina al termine dell’udienza preliminare sulla morte di Arianna Briasco, 16 anni, scomparsa nell’estate del 2015 per overdose di eroina nel bagno della casa del padre. A processo ragazzi di un'età compresa tra i 24 ed i 39 anni che la giovane avrebbe conosciuto nel centro di recupero per tossicodipendenti e alcolisti dove ha vissuto per tre mesi. Nella struttura in cui la ragazza si trovava per guarire si stanno svolgendo le indagini per verificare le eventuali responsabilità. Secondo le informazioni apprese, uno degli indagati avrebbe insegnato ad Arianna come iniettarsi la droga in vena. Il processo andrà in aula il prossimo 14 febbraio 2019 ma riguarderà le accuse di spaccio.
Morte di Arianna Briasco
La tesi sostenuta dalla famiglia e riportata nelle memorie difensive della madre è che Arianna abbia conosciuto l'eroina nel centro di recupero, mentre prima di quel momento avrebbe fatto uso solo di cannabis e che nel centro avesse trovato condizioni favorevoli a venire a conoscenza della droga. La decisione quella di far trasferire Arianna, secondo quanto dichiarato dalla madre, sarebbe stata del padre della giovane, che l'avrebbe presa da solo senza consultare l'altro coniuge, nonostante Arianna fosse affidata congiuntamente ad entrambi i genitori. Nel centro la giovane, minorenne, sarebbe venuta a contatto con persone adulte e con problemi di tossicodipendenza che l'avrebbero fortemente condizionata nelle sue scelte.