Morena, tubercolosi all’asilo. A processo le suore che diffusero il contagio
Era malata di tubercolosi, ma è rimasta a contatto con i bimbi dell’asilo, al suo posto di lavoro, nascondendo il contagio per timore di uno scandalo. È quanto accaduto nel quartiere Morena di Roma, dove 4 bambini tra i 3 e i 5 anni sono finiti in ospedale dopo aver contratto il virus della tubercolosi da una delle suore che assistono le maestre dell'asilo. Sei persone sono state chiamate a rispondere omissione di denuncia della malattia, impedendo l'avvio del corretto protocollo sanitario di sicurezza, nel corso del processo che avrà inizio a breve.
I fatti risalgono al gennaio 2014, quando un bambino di 4 anni è stato ricoverato d'urgenza nel reparto malattie infettive dell'ospedale Perini di Roma per aver contratto il virus della Tbc. A diffondere il contagio all'interno della struttura scolastica era stata una delle suore. Dopo aver contratto il virus, la religiosa aveva informato le consorelle che avevano stabilito, per evitare scandali, di non comunicare alle autorità sanitarie il caso, innescando di fatto la diffusione del contagio tra i piccoli.
Le tre suore coinvolte, la madre superiora Rita Maria Sgambellone, e le sue aiutanti Carina Canalita e Mariangela Ammirata sono ora in attesa del processo. All'epoca dei fatti, quando il piccolo finì in ospedale, l'istituto scolastico allertò i genitori, invitandoli a portare i bambini al pronto soccorso per un test. Solo successivamente le famiglie vennero a conoscenza del precedente della suora, mentre intanto al reparto di Immunoinfettologia dell’ospedale Bambino Gesù erano finiti altri 4 bambini. Altri sei bimbi risultarono positivi al test ma non contrassero la malattia. Per far fronte alla emergenza la Asl istituì anche una task force che monitorò prima i 22 bambini della classe interessata e poi gli altri cinquanta. Soltanto allora si risalì alla fonte del contagio. Ora i genitori dei piccoli si sono costituiti parte civile e chiedono il risarcimento dei danni nel processo che dovrà avere luogo.