Medici di famiglia a Zingaretti: “A chi avete fatto i tamponi? Non ai pazienti segnalati da noi”
I medici del Sindacato Medici Italiani hanno deciso di inviare una lettera aperta al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Denunciano l'impossibilità, come del resto ieri ha fatto un medico ai microfoni di Fanpage.it, di avere accesso ai tamponi per quanto riguarda i loro pazienti. Ogni medico di famiglia avrebbe fatto da 7 a 10 segnalazioni, ma di queste ne sono state ascoltate e processate solo il 15 per cento. Su un campione di 21 medici di famiglia sono state inoltrate ben 160 segnalazioni ai Servizi Igiene e Sanità Pubblica delle varie Asl. Solo 25 pazienti, il 15 per cento, sono stati presi in carico e sottoposti a tampone.
"Leggiamo che nel Lazio sono stati fatti circa 100 mila tamponi. Questi avrebbero dato un riscontro di una bassa percentuale di positività (9 negativi su 10). Ci chiediamo quindi: a chi sono stati effettuati i circa 90 mila tamponi che i Medici di famiglia non hanno richiesto? E la bassa percentuale di positività si potrebbe spiegare con la circostanza che, forse, nell'esecuzione degli stessi non siano stati rispettati i criteri clinici, epidemiologici, o del semplice buon senso?", chiedono i medici. "Lo vorremmo sapere, anche per rispondere alle domande dei nostri pazienti che sono lasciati a domicilio, con il solo nostro monitoraggio telefonico ed una terapia insufficiente, perché come deciso da circolare regionale del 3/4/2020 avente oggetto terapia domiciliare pazienti Covid", noi Mmg, in assenza di tampone non possiamo cominciare neanche la terapia precoce con i farmaci già previsti per Covid +, ma che non sono prescrivibili nei casi fortemente sospetti che non siano stati sottoposti a tampone".
La denuncia di un medico: "Segnalati casi sospetti, nessuno è intervenuto"
Fulvio Amadori, medico di base, ha denunciato ai microfoni di Fanpage.it: "Noi non veniamo mai contattati, il paziente non viene mai contattato. Ho messo sotto osservazione almeno quindici persone per sospetto Covid-19, le ho dovute mettere in isolamento. Nessuno le ha chiamate e nessun tampone è stato fatto. Eppure quando allerto l'Asl, loro dovrebbero entrare in azione per tutelare non solo i pazienti, ma anche la salute dei conviventi".