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Max Tortora: “Sono scappato da Roma, ma i volontari possono salvare la città”

L’attore parla in un’intervista oggi in edicola del suo rapporto con la città che ama, Roma, e di come abbia deciso di allontanarsi per andare a vivere fuori il Grande Raccordo Anulare, lontano dal caos, il traffico e il rumore. Ma a cambiare le sorti della capitale possono essere i suoi stessi cittadini: “Il fatto che si stiano moltiplicando gruppi e associazioni di volontari che si battono contro il degrado mi commuove. Non è tutto perduto”.
A cura di Redazione Roma
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Max Tortora nei panni di Ezio Masetti nella fiction "I Cesaroni"
Max Tortora nei panni di Ezio Masetti nella fiction "I Cesaroni"

Cinquantasei anni, Massimiliano Max Tortora, dalle imitazioni di Alberto Sordi e Franco Califano ai Cesaroni, è uno degli attori che interpretano la romanità in questi anni dieci del duemila. E proprio di Roma, in una lunga intervista al quotidiano la Repubblica in edicola oggi, parla Tortora raccontando la sua fuga dalla città che ama, ma di cui cominciano a stargli insopportabili i difetti. Prima fra tutti il rumore, poi il traffico e la difficoltà di muoversi. Così da qualche tempo si è convinto ad abbandonare il caos della capitale per andare a vivere fuori città, lungo via Aurelia.

"Credo che Roma sia la capitale del rumore: una città dove il limite stabilito per legge, 50 decibel, viene ampiamente superato per molte ore al giorno, al centro, come in periferia. Quando si entra nei piccoli paesi, un cartello stradale avverte che è vietato suonare il clacson: mi chiedo perché a Roma si possa invece strombazzare impunemente – spiega l'attore rispondendo alle domande di Franco Montini – La qualità complessiva della vita a Roma è progressivamente peggiorata negli anni. Anche spostarsi da un quartiere all'altro è diventato complicatissimo. Personalmente sono anni che in città ho rinunciato ad usare la macchina. Prendo lo scooter, pur consapevole che riportare a casa la pelle non è semplice".

Ma non tutto è perduto, per Max Tortora la migliore risorsa della Città Eterna continuano a essere i suoi abitanti, i romani, e sono loro che possono risollevarne le sorti: "Quando a Roma cade un albero, e in questo periodo ne sono crollati tanti per incuria e mancanza di manutenzione, difficilmente viene sostituito e la città si impoverisce. Il fatto che questa consapevolezza stia maturando anche fra i romani, mi dà qualche speranza. Il fatto che si stiano moltiplicando gruppi e associazioni di volontari che si battono contro il degrado mi commuove. Non è tutto perduto"

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