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Maurizio massacrato di botte per aver chiesto di non fumare: l’intervento è riuscito

Maurizio Di Francescantonio è stato massacrato di botte da due ragazzi solo per aver chiesto loro di non fumare all’interno di un vagone della metropolitana di Roma, linea B. La madre: “Ho cercato di proteggere mio figlio e hanno picchiato anche me, ma nessuno ci ha aiutati”
A cura di Enrico Tata
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"Ho cercato di proteggere mio figlio e hanno picchiato anche me, ma nessuno ci ha aiutati". In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Elena, madre di Maurizio Di Francescantonio, ricostruisce quanto accaduto ieri. C'era anche lei insieme al figlio, mentre lui veniva massacrato di botte da due ragazzi solo per aver chiesto loro di non fumare all'interno di un vagone della metropolitana di Roma, linea B. "Il pestaggio non finiva mai, ora mio figlio sta male e deve ancora essere operato. Siamo saliti sulla metropolitana a Termini per recarci a Tivoli. A un certo punto Maurizio si è accorto di qualcosa: un tipo strano, appoggiato alla parete del vagone, che fumava", racconta Elena, 60 anni.

Maurizio operato oggi: l'intervento è riuscito

Maurizio ha chesto al ragazzo di spegnere la sigaretta, ma lui si è girato e "gli ha dato due schiaffi. Gli ha dato una raffica di botte e Maurizio è caduto a terra con lo sguardo fisso, non si muoveva". Poi è arrivato il complice del ragazzo, e anche lui ha cominciato a colpire Maurizio. I due ragazzi, Luigi, 26 anni di Caserta, e Antonio, 24 anni di Aversa, sono stati arrestati ieri proprio grazie alla testimonianza di Elena. "Li ho rivisti in commissariato, me ne hanno messo davanti uno e l'ho subito riconosciuto".

Intanto Maurizio oggi sarà operato dai medici del Policlinico Umberto I. "Gli ho solo detto che non si poteva fumare dentro la metro, non pensavo fossero delinquenti. Poi ho visto che non ci si poteva ragionare e mi sono allontanato", ha raccontato il 37enne ai cronisti del Messaggero. Stando a quanto si apprende è uscito dalla sala operatoria, l'intervento è andato bene e stanno aspettando che si risvegli per riportarlo in stanza.

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