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Marino si difende in Consiglio: “Ho pagato le multe, anche se non dovevo”

“Potersi muovere in tutta la città anche con mezzo proprio è un diritto del Sindaco. Per esercitare questo diritto, una delibera stabilisce che al sindaco siano rilasciati quattro permessi ztl per quattro differenti automobili”. Così il sindaco di Roma Ignazio Marino.
A cura di Enrico Tata
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Aggiornamento: per quanto riguarda il procedimento penale legato alla “Panda Rossa” e alle multe non pagate, per l’accusa di violazione del sistema informatico l’inchiesta è stata archiviata e i responsabili del reato rimasti ignoti. Inoltre le motivazioni sottolineano come “a fronte di una sostanziale regolarità amministrativa del permesso rilasciato al sindaco vi è stato stato effettivamente un accesso abusivo al sistema informatico con la finalità di modificarne sia pur temporaneamente i dati”. 

"Ho detto agli uffici, che pur mi comunicavano che non ero tenuto a farlo, che volevo pagare le multe. Mi sono state indicate le somme e ho pagato. Non alla cassa dell'ufficio contravvenzioni, che non poteva ricevere il pagamento, visto che le multe erano annullate, ma all'ufficio postale con semplici bollettini che ho compilato per un totale di 1.021,52 euro, che almeno ritroveremo nelle casse del Comune in vista dell'assestamento di bilancio". Ignazio Marino interviene in apertura del Consiglio comunale per spiegare la sua verità sul caso delle multe alla Panda. Il clima è tesissimo, il primo cittadino parla tra grida e insulti. L'assemblea Capitolina sembra trasformata in uno stadio. Ci sono curve, cori e striscioni. "Potersi muovere in tutta la città anche con mezzo proprio è un diritto del sindaco. Per esercitare questo diritto, al primo cittadino sono rilasciati quattro permessi ztl per quattro differenti automobili. Non è necessario che il sindaco ne faccia richiesta. L'errore da cui nasce tutta questa vicenda è un ritardo nel rinnovo del permesso". Così Ignazio Marino, che poi spiega: "Ho usufruito di un solo permesso dei quattro disponibili, oltre alla bici e alla Panda non ho altri mezzi. Per l'uso della mia Panda non ho alcuna multa pendente. Nulla sono tenuto a pagare", perché, sostiene il sindaco, si trattava di multe dovute solo a un ritardo nel rinnovo dei permessi, e per questo sarebbero state annullate. "La famosa Panda rossa ormai è considerata più pericolosa di un caccia bombardiere del Nord della Corea che invade lo spazio aereo dell’isola di Okinawa", ha scherzato Marino.

Marino, dimissioni in vista?

"Ho sorriso quando ho sentito parlare di mie dimissioni. Coloro che ne parlano non vogliono comprendere la dimensione della nostra sfida. Ci sono tanti poteri e tanti interessi che non gradiscono il lavoro che stiamo facendo", ha detto il sindaco tra i fischi, gli insulti di tanti e gli applausi dei consiglieri di maggioranza.

E poi il sindaco ha spiegato la sua posizione sulle fotografie scattate alla Panda rossa parcheggiata in divieto di sosta: "Purtroppo non sono passati i vigili a controllare, non ho ricevuto alcuna multa. Mi scuso con tutti i romani per aver parcheggiato dove non si poteva.Tutti possiamo sbagliare, ma bisogna saperlo ammettere". Qualche fischio, ma anche molti applausi al termine del discorso del primo cittadino. Dal pubblico qualcuno canta: "Te ne devi annà". Qua il discorso integrale pronunciato da Ignazio Marino.

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