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Marino a sorpresa all’Infernetto: visita ai minori rifugiati di Tor Sapienza

Dopo l’intervista concessa a Lucia Annunziata su Rai Tre, il primo cittadino è andato all’Infernetto, al centro Le Betulle di via Salorno dove sono stati trasferiti 17 dei minori rifugiati provenienti da Tor Sapienza. Un incontro per “ascoltare anche le loro storie”, così ha twittato Marino.
A cura di Enrico Tata
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Una visita a sorpresa quella del sindaco di Roma. Annunciata solo da un messaggio sul profilo Twitter. Un incontro per “ascoltare anche le loro storie”, così ha twittato Marino. Dopo l'intervista concessa a Lucia Annunziata su Rai Tre, il primo cittadino è andato all'Infernetto, al centro Le Betulle di via Salorno dove sono stati trasferiti 17 dei minori rifugiati provenienti da Tor Sapienza. Uno spostamento, quello dei giovani migranti, che ha già provocato la protesta di alcuni residenti: "Non siamo la discarica di Roma, noi gli immigrati non li vogliamo", ha urlato qualche cittadino. E per questo, Marino si è fatto accompagnare all'interno del Centro anche da una delegazione di abitanti dell'Infernetto. "Sono molto soddisfatto dell'incontro tra residenti e immigrati. Le storie di questi ragazzi hanno commosso anche gli abitanti di questo quartiere. I residenti che hanno avuto modo di incontrarli, si sono resi conto che non sono dei delinquenti, ma soltanto bambini spaventati", ha raccontato il sindaco, che comunque ha precisato che la sistemazione all'Infernetto non può essere una sede definitiva per questi giovani, “soprattutto perché i bambini hanno diritto di tornare a studiare nelle scuole che hanno frequentato fino ad ora" nel quartiere di Tor Sapienza.  “Con i cittadini e i minori rifugiati all'Infernetto. Partiamo col dialogo per fermare paure e diffidenze”, è stato il secondo twit di Marino.

Per Marino  è necessario affrontare il problema "con il ministero dell'Interno , perchè il Lazio accoglie il 22 per cento degli immigrati di tutto il Paese, di cui quasi il 90 per cento solo nella città di Roma. Va fatta anche una profonda riflessione sul nostro servizio di protezione nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati. I numeri che siamo costretti a fronteggiare in questo momento non sono numeri per cui il Paese è preparato".

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