Rischia di morire tre mesi dopo l’operazione: i medici si erano scordati una garza nell’inguine
"Non si preoccupi, è un semplice ematoma. Le passerà presto", sostenevano i medici. Ma quella bolla rossa dolorosa ogni giorno aumentava di dimensioni, senza spiegazioni. Quella che Gianluca aveva in corpo era in realtà una garza infetta rimasta sotto l'inguine dall'operazione sostenuta tre mesi prima. Stando a quanto riporta Marco Carta sul Messaggero, il paziente era stato operato di varicocele, ma nonostante questo aveva continuato a sentire dolore. I dottori lo avevano tranquillizzato, ma in realtà all'interno del suo corpo i chirurghi avevano dimenticato una benda.
Per la vicenda, avvenuta nel marzo del 2011, sono finiti a processo due medici e un'infermiera. Tre mesi dopo l'operazione Gianluca sente ancora dolore e sull'inguine a una zona rossa dolorosa. E' solo allora che i medici si accorgono che molto probabilmente una garza utilizzata dai chirurghi è rimasta nel corpo del paziente. "Non sapevo cosa fosse, ma avendo lavorato in America per molti anni, ho subito fatto un'incisione", ha detto il dottore che ha risolto il problema nel corso di un interrogatorio. I medici accusati, riporta ancora il Messaggero, dovranno rispondere di lesioni personali provocate per "negligenza, imprudenza e imperizia". Secondo quanto ricostruito dalla procura l'infermiera accusata non avrebbe svolto in maniera adeguata il conteggio del materiale chirurgico utilizzato, mentre un secondo medico è accusato di non aver disposto per il paziente "l'esame di risonanza magnetica ritenuto utile dal radiologo", che aveva visitato solo ventiquattro ore prima il paziente.